S. NICOLA: DA MIRA A BARI - 2^ parte
Ai primi di aprile del1087 salparono da Bari per Antiochia tre navi cariche di grano; l’equipaggio, al comando di un certo Giovanni, comprendeva 62 marinai di cui 47 baresi. In città forse già si vociferava della probabilità di trafugare le reliquie , ma non vi era un piano preciso; l’ispirazione, secondo il cronista Niceforo, venne ad alcuni saggi e illustri baresi durante il tragitto.
Giovanni Arcidiacono, altro cronista locale dell’impresa, riportata che all’andata fu compiuta una perlustrazione con esito negativo, data la presenza dei Saraceni convenuti in quel luogo per i funerali del governatore della provincia. Sbarcati ad Antiochia, i Baresi incontrarono alcuni mercanti veneziani che discutevano della possibilità di prelevare le reliquie, anche perchè la Licia era occupata dai Musulmani e quel tesoro rischiava di finire in mani profane. Affrettarono pertanto le transazioni e si accordarono sul da farsi, accogliendo nel contempo due pellegrini stranieri utili come interpreti. Sbarcati ad Andrake, il porto di Mira, i comandamenti delle tre navi inviarono in avanscoperta alcuni marinai; li accompagnarono i due pellegrini, che udirono la notizia della partenza dei Saraceni dopo lo svolgimento del funerale. Un gruppo di 47 marinai, dopo essersi addentrato per circa 2 km, raggiunse la chiesa che custodiva le reliquie. Ivi trovarono i monaci bizantini a cui chiesero della manna, un’acqua pressochè pura che si forma nella tomba del Santo; alcuni iniziarono a pregare, dando l’impressione di una comitiva di pellegrini.
Quando dalle domande ricevute i monaci compresero le intenzioni dei Baresi, cercarono di dissuaderli. Un religioso tentò di fuggire per andare ad avvertire la popolazione, ma fu subito fermato; uno dei marinai, puntandogli contro la spada, lo minacciò di morte se non avesse rivelato l’ubicazione della tomba. Ma un altro monaco, avendo compreso che era inutile resistere, indicò il sito della sepoltura, all’altezza del foro da cui veniva prelevata la manna. Il giovane Matteo Sparratello, senza alcun timore, infranse la copertura del sarcofago, vi entrò e, affrontando le mani nella manna, estrasse le ossa del Santo.
08/11/2014
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