ZIZZANIA - 1^ parte
È la discordia che viene prodotta attraverso il pettegolezzo e la maldicenza, che è capace di insinuarsi silenziosa nelle relazioni, spesso compromettendole. Di solito è associata al verbo “seminare”, come se fosse una pianta (e infatti il termine si riferisce alla nota erba della parabola evangelica). Il seminatore di zizzania manipola la comunicazione immettendo in essa elementi invisibili, ma dall’azione quasi sempre distruttiva.
Le parole della zizzania. “Non sai cosa dice in giro quello di te…”, “Io lo conosco bene: non fidarti di lui”, “Sai tenere un segreto? Devi sapere che lui…”, “Ti fidi di tuo marito? Contenta tu”.
Le maldicenze spesso vengono dette a mezza voce, con fare innocente, con l’obiettivo di insinuare il dubbio. La partita della zizzania si gioca tutta sulle parole e il corpo di conseguenza è “neutro”, non segnala nulla di particolare, per non distrarre l’attenzione da quei messaggi velenosi…
Quando essa appare, anche se ogni volta si traveste in modo diverso, chi ne è vittima ha la sensazione di avere a che fare sempre con la stessa “sostanza”, come se fosse una creatura dotata di una sua esistenza, capace di superare indenne ogni epoca e civiltà, simile a un’erba cattiva che attecchisce in qualsiasi terreno. E in effetti è così: amicizie di una vita distrutte in un batter d’occhio da parola mai riportate, rapporti di lavoro tesissimi per un evento manipolato, a volte addirittura storie d’amore incrinate al loro interni da qualcuno che ha “messo del male”. Ognuno di noi la conosce, molti l’hanno subita, qualcuno è riuscito a proteggersi. Ci sono due tipi principali di “seminatori”:
- Il “portatore sano”: è in buona fede e non si accorge delle conseguenza delle sue parole, ma se incontra le persone sbagliate diffonde la zizzania in un modo che talora si ripercuote anche su di lui. Le cause di ciò risiedono in ingenuità, perchè chi è in buona fede pensa con troppo candore che il mondo sia privo di malizia e di invidia; maldestria, infatti sembra dotato della capacità inconscia di dire parole o fare gesti sempre doppiamente interpretabili; insicurezza, perchè ha bisogno di “vendere” qualcosa agli altri, ciò che sanno di qualcuno, per essere accettato, per sentirsi parte di qualcosa; altruismo, quando si mette con generosità, ma ancora con ingenuità, in mezzo a due poli in lite fra loro per pacificarli.
- Lo stratega: ha affinato la capacità di buttar zizzania in modo da restarne fuori o da essere inattaccabile. All’origine c’è un enorme invidia: vede negli altri qualcosa di valido e di vitale che lui sente di non aver costruito o di non possedere. L’obiettivo finale è il danneggiamento o la distruzione di rapporti che contengono elementi di questo tipo, così da poter accettare la propria disfatta o inconsistenza, nel classico “mal comune mezzo gaudio”. Non di rado c’è una componente per così dire sadica, soprattutto in chi turba degli equilibri esterni per il gusto – segno di grande vuoto interiore – di fare accadere “qualcosa” e di vedere “cosa succede”. A volte poi, oltre al danno, infligge la beffa, acquisendo l’amicizia e la stima di una delle due parti messe in disaccordo.
10/11/2014
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