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I CENTRI STORICI: MOLFETTA - 4^ parte
Nello spazio che dalla Cattedrale introduce al porto, dove la vista spazia fra i colori del mare e delle imbarcazioni dedite alla pesca, superata la larga insenatura, ci si avvia verso il complesso di San Domenico, sorto nella seconda metà del Seicento. La grande facciata, preceduta dal portico, divisa in due ordini, presenta una teoria di finestre e lo stemma vescovile racchiuso da coppie di putti. Le volte della navata, come le cappelle risplendono di stucchi floreali che aggiungono un’armonica leggerezza a tutto l’insieme. L’oro delle decorazioni della cantoria e del pulpito impreziosiscono l’apparato decorativo sul quale gioca la luce filtrata dai finestroni. Alle spalle del coro si entra nell’auditorium dalla bellissima ed originale volta costruita a spicchi di intersezione di più vele. Il convento, interamente restaurato, si muove intorno ad un grande e luminosissimo chiostro dal quale si accede al piano superiore dove hanno trovato ospitalità la Biblioteca Comunale e il Museo della Città.
Costeggiando l’ansa del porto, appare sulla punta estrema, quasi a chiudere la visuale dell’abitato, la chiesa della Madonna dei Martiri, affiancata dall’antico Ospedale dei Crociati. Cara ai navigati e meta di devoti che hanno lasciato nel tempo gli ex voto dipinti e un patrimonio di oggetti in oro, il tempio ha perso l’antico fisionomia medievale nel corso del 1800. Riconoscibile ormai nello stile neoclassico, l’interno ha conservato l’altare maggiore di fattura settecentesca proveniente dalla scuola napoletana.
Una visita meritano anche il Convento e la chiesa di San Bernardino, in via Tattoli, in passato fuori le mura. Voluta dall’insediamento in città dai frati minori osservanti, la chiesa risale alla metà del 1400, con una serie di dipinti successivi, opere di Carlo Rosa, di Gaspar Hovic e del Bordone. Nel Convento ha trovato sede il Comune di Molfetta.
11/11/2014
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