Passiamo sul luogo di lavoro la maggior parte del nostro tempo. Esso è dunque il “contenitore” principale nel quale portiamo non solo la nostra professionalità ma, senza volerlo, anche molto di noi stessi. È naturale quindi che le strategie comunicative e le dinamiche relazionali possano complicarsi, creando talora realtà di estrema sofferenza e logorio psicofisico. Eppure in molti casi possono bastare piccoli accorgimenti nel modo di esprimersi per cambiare tutto e vivere meglio questa parte importante della nostra vita.
Le parole del lavoro. “All’idea di tornare al lavoro lunedì mattina, mi sento male”, “Mi piace così tanto quello che faccio che non mi sembra neanche di lavorare”, “Lavoro troppo, ma non riesco a staccare”, “Il lavoro è solo lavoro: vado, faccio quello che devo fare e torno”, “Arriva il nuovo capo, dicono che sia un tiranno”, “Il mio collega è un leccapiedi: si lavora il capo per avere un avanzamento”, “Il lavoro è la mia vita… l’idea della pensione mi spaventa”.
Il linguaggio usato con i colleghi e con i superiori serve per organizzare, affermarsi, competere, difendersi. E il modo di comunicare – verbalmente ma non solo – può facilemente trasformarsi in un mezzo di potere. Che si tratti di un ufficio o di un’impresa, di una struttura pubblica o privata, la situazione non cambia: gli scambi quotidiani possono creare anche dinamiche dense di sottintesi e di trappole, spesso difficili da gestire e ansiogene.
In molti casi le “cattive parole” possono anche rappresentare i presupposti del mobbing, quella forma dei persecuzione psicologica messa in atto sul luogo di lavoro tra colleghi, oppure tra superiori e dipendenti. Troppo spesso inoltre ci si abitua a vivere le ore lavorative esclusivamente nei loro aspetti di sacrificio e dovere e non come opportunità di crescita personale e/o di piacevolezza. Un atteggiamento sempre serio, fedele al ruolo, porta infatti all’attivazione di aree del cervello poco vitali, che producono una comunicazione stancante per noi e inefficace per chi ci ascolta. Al contrario, un vissuto lavorativo appagante attiva le aree cerebrali più vicine alla creatività, quelle legate a un modo di esprimersi non stereotipato, personale, spontaneo e talora rivitalizzante. Per raggiungere il benessere sul lavoro bisogna mettere a punto i seguenti aspetti fondamentali.
19/11/2014
Importanza della comunicazione e linguaggio del corpo