Cachi: il ricostituente d'autunno
Energetico, depurativo, lassativo o, all’occorrenza, anche astringente, il cachi è il frutto più dolce dell’autunno, un portentoso ricostituente naturale
Morbido, dolcissimo ma robustissimo: grazie a questa sua originale caratteristica il cachi ci aiuta a superare i momenti in cui siamo più deboli, come appunto il tardo autunno. Il suo colore rimanda agli ultimi raggi caldi del tramonto, e quando si staglia nel freddo del paesaggio nebbioso, il suo tipico rosso-aranciato che spicca sugli alberi grigi e spogli ricorda un piccolo sole che irradia energia. Frutto originario della Cina, il cachi fu coltivato in Giappone attorno all’anno 1000 e, verso la fine del 1700, grazie ai primi missionari cattolici, fu introdotto in Europa, ma solo dopo molto tempo ci si rese conto (siamo agli inizi del ‘900), che era un frutto assai gustoso anche da mangiare.
Cachi, “sole d’autunno”!
Oggi sappiamo che il cachi è un ottimo alimento da sfruttare nella stagione “di passaggio” quando siamo più vulnerabili nei confronti di stanchezza e contagi virali. La principale caratteristica di pianta e frutto è di essere molto resistenti alle avversità atmosferiche, di adattarsi a qualsiasi terreno e di non aver bisogno di esser protetti con trattamenti antiparassitari. Il cachi è dunque indicato per i bambini, gli anziani e gli appassionati di sport, ma è una panacea anche per chi accusa astenia, per chi è convalescente o ha terminato da poco una cura antibiotica. Il cachi è anche un alleato eccezionale per chi soffre di stitichezza o colite in quanto funziona da regolatore intestinale: meglio che non lo consumino coloro che hanno la glicemia un po’ alta o che sono diabetici, coloro che hanno già qualche chilo in più o hanno problemi di gastrite o di ulcera. Il cachi è anche un’eccellente fonte di proteine, di vitamina A, vitamina C e di potassio. Quando è acerbo è ricco di tannino che gli conferisce un sapore fortemente astringente. Quando invece il frutto è maturo il tannino si riduce mentre aumentano gli zuccheri, che conferiscono al cachi il suo caratteristico sapore.
Acerbo o maturo, è un frutto amico dell’intestino
Vi sentite senza forze o tendete ad ammalarvi spesso? Mangiate un cachi al giorno, dopo pranzo o a merenda. Potete anche trasformarlo in composta o farne una crema da dessert frullandolo con uno yogurt greco. È importante anche per la sua azione protettiva nei confronti di fegato, stomaco, milza e pancreas. Se in particolare il vostro problema è l’intestino, ovvero soffrite di stitichezza, assumete un cachi a colazione al mattino, quando siete digiuni: in questo caso il frutto deve esser ben maturo, senza semi nè buccia. Ma se soffrite di colite, il cachi del mattino dovrà essere un po’ acerbo, perchè astringente. Se infine d’autunno digerite a rilento, gustate un cachi maturo prima di pranzo.
Fonte: Riza.it
25/11/2014
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