BREVE STORIA DEGLI OLI ESSENZIALI
L’utilizzo da parte dell’uomo delle essenze aromatiche estratte dalle piante, risale a migliaia di anni fa. Infatti, ben prima del 2000 a.C. gli antichi erano in grado di estrarre gli oli essenziali da svariati tipi di piante aromatiche.
In diverse culture e aree geografiche (India, Cina, e presso popolazioni del bacino del Mediterraneo come Egizi, Ebrei, Assiro-Babilonesi) gli oli essenziali erano impiegati per scopi religiosi e funerari, terapeutici e cosmetici.
I pregiati profumi degli antichi tratti dalle essenze, tra cui ricordiamo, per esempio, il sandalo, la mirra, il benzoino, il pregiatissimo gelsomino, la canfora, il coriandolo, erano però riservati a re, faraoni, sacerdoti, nobili, in quanto le difficoltà e lo scarso rendimento del loro processo di estrazione, li rendeva estremamente preziosi e costosi.
Nel Medioevo, le erbe aromatiche mediterranee quali lavanda, basilico, rosmarino, salvia, menta, godevano di grande reputazione ed entravano nelle ricette mediche e magiche. Gli alchimisti, nei loro processi di purificazione progressiva della materia attraverso vari procedimenti chimici, atti a liberare l’essenza stessa e l’energia racchiusa nella materia, esprimono il parallelismo esistente tra oli essenziali, chiamati da loro oli eterici, e la psiche purificata, o “quintessenza”.
Gli oli essenziali rappresentano, infatti, un prodotto estremamente raffinato della pianta, che si colloca tra emanazione della materia e manifestazione dello spirito, punto di mediazione tra i due regni. Nel periodo rinascimentale e nel Seicento, le essenze e le piante ricche di oli essenziali erano conosciute per le loro proprietà medicinali, per cui venivano usate a scopo preventivo e curativo durante le grandi epidemie che periodicamente colpivano le popolazioni europee.
Nel Settecento, le officine di produzione dei profumi fecero ampio uso degli oli essenziali, e ne permisero la diffusione, alimentando le “mode” che rendevano questa o quella essenza particolarmente apprezzata presso le corti e la nobiltà europea.
Con l’avvento della rivoluzione scientifica, l’alchimia lasciò il posto alla chimica: nello studio della natura si andò dissolvendo l’interesse per la relazione tra materia e spirito, e l’interdipendenza fino ad allora riconosciuta tra medicina e psiche.
Anche nel campo dei profumi, gli aromi sintetici prodotti in laboratorio andarono a sostituire le essenze naturali, la cui estrazione e produzione risultava molto più complessa e costosa.
Finalmente, nella prima metà del diciannovesimo secolo, grazie agli studi portati avanti da alcuni medici e ricercatori (Gattefossè, Belaiche, Valnet, Tisserand), gli oli essenziali vennero riscoperti, e fu possibile riconoscere scientificamente il loro potere antimicrobico e la loro validità nel trattamento di numerosi disturbi.
Le osservazioni di questi studiosi trovano conferma nelle attuali ricerche biochimiche e microbiologiche: sono sempre più noti i molteplici principi attivi che compongono gli oli essenziali ed è possibile testare in vitro la loro efficacia nei confronti di diversi germi patogeni. Inoltre, recentissime ricerche confermano l’azione delle essenze a livello del sistema nervoso, che influenzano in modo benefico le funzioni psichiche, il tono dell’umore e le emozioni.
Fonte: Riza.
26/11/2014
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