NATALE NELLA TRADIZIONE - 3^ parte
Nel 168 a.C., durante il regno di Antioco IV Epifane, esponente della dinastia seleucide insediata in Siria, il Tempio di Gerusalemme fu profanato. Tale oltraggio e la pretesa di ellenizzare la cultura causarono la rivolta degli ebrei, guidati da Mattatia e poi dal figlio Giuda Maccabeo (in ebraico “il martello”), che si concluse vittoriosamente nel 165 a.C. Il Tempio venne riconsacrato e, per illuminarlo a permanenza nel rispetto del rituale, si approntò una Menorah (candelabro a sette bracci) in ferro e stagno. Vi era olio sufficiente solo per una giornata; miracolosamente invece, secondo il Talmud (testo sacro degli ebrei), durò otto giorni, necessari a preparare altro olio d’oliva puro. A ricordo dell’evento fu istituita la festa di Hanukkah, simboleggiata da un candelabro a nove bracci (otto più uno per l’ampolla) detto hanukkiah. Ogni giorno della ricorrenza si accende una candela iniziando da sinistra e collocandola a partire da destra; la centrale, detta shammash, serve a illuminare le altre e va tenuta sempre accesa. La festa dura otto giorni; incomincia al tramonto del 24 kislev per concludersi nel mese di tevet. Se kislev dura 29 giorni finisce il 3 tevet, quando è di trenta termina il 2; nel 1994 iniziò la sera del 27 novembre, il ’97 al tramonto del 24 dicembre, nel 2012 la vigilia dell’8 dicembre.
Prima del XX secolo era considerata una ricorrenza minore; con la crescente popolarità del Natale come maggiore festività del mondo occidentale e l’istituzione delle accensioni pubbliche della hanukkah, è divenuta una celebrazione della volontà di sopravvivenza del popolo ebraico e il simbolo del dominio della luce sulle tenebre, di particolare significato all’inizio dell’inverno quando le giornate sono più corte. L’accensione dell’hanukkah in ogni famiglia esprime la continuità e la vitalità dell’ebraismo; in passato era tradizione collocarla fuori dalla porta di casa, oggi sul davanzale della finestra. È inoltre antica consuetudine preparare le sufganiot, dette anche krapfen, una specie di bomboloni fritti nell’olio a ricordo del miracolo di Hanukkah. Una possibile relazione di questa festività con il Natale è comunque da escludere, sia per la durata sia soprattutto per il significato ben diverso. Con la nascita di Gesù, come ha ricordato papa Benedetto XVI nell’omelia del 24 dicembre 2009, Dio per i cristiani non è più un Dio distante, che si può intuire solo da lontano, ma un Dio che si rivela ed entra nel mondo per rimanervi sino alla fine dei tempi.
01/12/2014
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