MALATTIA - 1^ parte
La malattia è uno stato di alterato funzionamento dell’organismo dalle cause più svariate, che può produrre dolore e/o malessere. Vi sono patologie acute o croniche, lievi o gravi, psichiche o fisiche, ma in tutti i casi esse costituiscono una presenza all’attenzione del soggetto e nelle relazioni che egli intrattiene. I sintomi sono le manifestazioni psichiche o fisiche con cui la malattia si rende evidente.
Le parole della malattie. “Non sta mai bene. Ne ha sempre una”, “Tra un acciacco e l’altro…”, “Non passa giorno senza che mi venga qualcosa”, “Non hai rispetto per il mio stato di salute”, “Vivo nella paura di star male”, “Da quando non sto bene, ci siamo molto riavvicinati”.
La presenza di un sintomo o di una malattia può influire sulla postura del corpo, se è presente dolore, ma soprattutto sull’espressione del volto. Lo sguardo racchiude un misto di sofferenza, paura, richiesta di aiuto o, al contrario, chiusura e talora rabbia. I muscoli del viso si fanno contratti, a volte anche solo nel racconto del malessere che è passato, e il sorriso – se c’è – è teso e stentato. Ognuno di noi tuttavia reagisce in modo diverso alla presenza di una patologia: c’è chi si ripiega su se stesso, sia in senso fisico che psichico, a indicare un modo passivo di vivere l’evento; e chi invece diventa più reattivo – quando la malattia lo consente – rivelando un approccio energico ai problemi della vita.
La malattia, così come la presenza di sintomi sporadici e transitori, accompagna da sempre l’esistenza dell’uomo, che ha cercato fin dalla preistoria di affrontarla e sconfiggerla. Sono molti gli aspetti psicologici a essa collegati (l’angoscia di morte, la paura della sofferenza, il terrore dell’annientamento, il timore della perdita, il senso di impotenza, la percezione di forze distruttive e sconosciute ecc.). in questa sede tuttavia ci occupiamo solo delle sue principali valenze nell’ambito delle relazioni.
La Psicosomatica è nata nel secolo scorso per dare a chi si ammala e a chi lo cura la possibilità di intuire ciò che i sintomi, emergendo dalla nostra profondità psico-biologica, vogliono comunicarci, o la strada che ci stanno suggerendo. Tale comunicazione si serve di un “alfabeto” analogico-simbolico che, una volta compreso, può fornire elementi importanti anche per la terapia. Tuttavia i sintomi sono solo una comunicazione che la nostra parte inconscia rivolge alla coscienza: quando ci ammaliamo, in molti casi stiamo esprimendo qualcosa agli altri, stiamo rivelando messaggi ed emozioni che non riuscivano a entrare nella relazione in modo lineare. Non è perciò una forzatura sostenere che ammalarsi significa comunicare.
05/12/2014
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