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La riabilitazione equestre - Fasi del percorso riabilitativo
La riabilitazione equestre si articola in quattro discipline principali:
1. Ippoterapia ("Hippotherapy"): si basa sull’uso del movimento del cavallo come strumento terapeutico senza prevedere l’intervento attivo del soggetto. Si applica a soggetti con patologia neurologica e psichica medio-grave. Lo scopo è quindi più riabilitativo che rivolto all’insegnamento delle tecniche di equitazione. L'ippoterapia può però essere utilizzata anche in soggetti con forme di disabilità più lievi prima di passare alla rieducazione equestre.
2. Rieducazione equestre e volteggio ("Remedial/Educational Riding and Vaulting"): prevedono l’intervento attivo del disabile nella guida del cavallo. Lo scopo è l’acquisizione delle tecniche di equitazione oltre al conseguimento degli obiettivi propri dell'area sociosanitaria (riabilitativi neuromotori, psicologici, comportamentali, educativi, sociali, ecc.). Trova una peculiare indicazione in soggetti con disabilità neuromotoria medio-lieve o con problematiche cognitivo-comportamentali. Il volteggio rappresenta una disciplina a sè: consiste nell’eseguire esercizi a corpo libero sul cavallo alle varie andature. L’attività viene svolta in gruppo nell'assoluto rispetto di regole, tempi e spazi. Richiede personale, cavalli ed attrezzature specifiche. Trova applicazione solo nella disabilità psichica o motoria lieve (impaccio motorio). Il volteggio sviluppa lo spirito di gruppo, la fiducia nei compagni, affina la creatività, l’elasticità, la precisione, la coordinazione, l’equilibrio. In Italia è stato introdotto solo recentemente ma sta diffondendosi rapidamente per i suoi ampi risvolti soprattutto nella patologia psichica (miglioramento comportamentale, integrazione sociale, ecc.)
3. Equitazione sportiva per disabili ("Sport Riding for the Disabled"): questa disciplina segna il passaggio ad una situazione integrata sul piano relazionale e sociale. Può essere svolta attività agonistica vera e propria (l’equitazione sportiva per disabili è disciplina paralimpica) o comunque attività competitiva o dimostrativa (show a cavallo, caroselli) o di giochi a cavallo. È la fase della riabilitazione equestre più strettamente connessa con l’attività di aggregazione e socializzazione.
4. Attacchi ("Driving"): in Italia la sua applicazione alla riabilitazione equestre è agli inizi, in quanto si tratta di disciplina degli sport equestri ancora in via di sviluppo. Si applica a soggetti con disabilità neuromotoria o psichica di grado variabile; richiede spazi ampi e specifici, attrezzature, cavalli e personale particolarmente specializzato.
La riabilitazione equestre con le discipline che la compongono può rappresentare, laddove consentito dalla patologia del soggetto, "una delle poche opportunità concrete di percorso riabilitativo", come definito da Papini nel 1996: il percorso consiste nel passaggio da una forma di "riabilitazione tecnica" che attiene all'ippoterapia, ad una di "riabilitazione integrata", che attiene alla rieducazione equestre e al volteggio, ad una di "riabilitazione sociale", che attiene all'equitazione sportiva per disabili. Ciò comporta una marcata complessità di applicazione ma, laddove applicata con metodologia rigorosa da una èquipe multiprofessionale, può rappresentare una possibilità concreta di acquisizione di risultati assai positivi e spesso insperati.
16/12/2014
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''Cavalli ed equitazione'' a cura di La Macchia degli Esperti |
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