ACCADEVA NEL 1964 - 2^ parte
Tra le “importanti e decisive” misure economiche adottate vi furono gli aumenti della carta da bollo (da 200 a 400 lire) e della benzina (da 106 a 120 lire la “super”), l’imposta sull’acquisto di automobili e imbarcazioni nonchè limitazioni alle vendite rateali, uno degli “stili di vita” più diffusi del “miracolo all’italiana”. Con tali provvedimenti, a detta dei politici, la situazione si sarebbe normalizzata al massimo entro diciotto mesi. Ma sul finire dell’anno il ministro delle Finanze, Roberto Tremelloni, ammonì che la pressione tributaria globale stava ormai raggiungendo il massimo della sostenibilità, essendo salita dal 28% del reddito nazionale del 1958 al 32%; aliquote da sogno, rispetto alla “stangate fiscali” odierne!
Il 7 agosto il presidente della Repubblica Antonio Segni fu colpito da ictus; lo sostituì temporaneamente nelle funzioni Cesare Merzagora, presidente del Senato. Dopo un susseguirsi di bollettini medici evasivi ed una finzione politico-costituzionale protrattasi oltremodo, il 6 dicembre, su insistenza delle opposizioni e per intervento di Moro, Segni si dimise. In mancanza di un accordo tra i partiti, oltretutto divisi all’interno, occorsero ventuno scrutini, tenutisi anche durante le feste natalizie in uno scenario di impotenza della classe politica, per far convergere i voti di DC e PCI sul socialdemocratico Giuseppe Saragat. “L’uomo giusto nel modo sbagliato”: così commentò l’autorevole settimanale statunitense “Time”. Nato a Torino il 1898, Saragat fu esule durante il fascismo ; nel 1946 divenne presidente dell’Assemblea Coastituente. Il 21 agosto scomparve a Yalta, in Crimea (URSS), il segretario del PCI Palmiro Togliatti; lasciò come testamento politico un celebre “memoriale”. Ai funerali, svoltisi a Roma il 25 seguente tra una folla enorme, la delegazione sovietica fu guidata da Leonid Breznev, che in ottobre subentrò al destituito primo ministro Nikita Kruscev.
La presenza di “consiglieri” militari statunitensi durante la presidenza di John Kennedy (1961-1963) non aveva arginato il degrado a Saigon e l’espansione del movimento rivoluzionario. Per arrestare l’avanzata del comunismo in Indocina il successore Lyndon Johnson, dopo un attacco nordvietnamita (forse provocato) a unità della VII Flotta avvenuto il 2 agosto nel golfo del Tonchino, riuscì ad ottenere dal Congresso ampi poteri per gestire un infelice conflitto conclusosi solo nel 1973.
18/12/2014
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