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1° appuntamento con la nuova rubrica curata dallo psicologo e psicoterapeuta dott. Pantaleo F. Ceci
Cari amici di Giramolfetta, con grande piacere ho accettato di curare una rubrica che si occuperà di argomenti oggi molto diffusi come l’ansia, la depressione, la gestione dello stress, l’importanza della meditazione, gli attacchi di panico, ecc.
Ogni settimana affronteremo temi diversi, con analisi, indicazioni e contributi di riflessione che spero possano essere utili per tutti.
Cominciamo questo viaggio insieme con la prima puntata in cui tratterò delle dimissioni protette.
La Dimissione Protetta o assistita
Il percorso assistenziale integrato Ospedale-Territorio trova la sua massima espressione nella così detta “Dimissione Protetta”, che concretamente rappresenta un graduale passaggio di setting assistenziale, tra strutture che esprimono funzioni contigue.
Se la prospettiva futura vede le strutture ospedaliere caratterizzate da un sempre più elevato livello di specializzazione nell’erogare un'assistenza sanitaria ai pazienti soprattutto nella fase di emergenza-urgenza o subacuta della malattia, diventa ancora più essenziale disporre di una funzione che possa fungere da cerniera tra la realtà ospedaliera e quella territoriale per i pazienti cosiddetti “fragili”.
Un’appropriata presa in carico del paziente cronico /non autosufficiente richiede percorsi di cura integrati tra Ospedale e Territorio, in grado di evitare un possibile vuoto assistenziale che, oltre a essere negativamente percepito dal paziente quale abbandono istituzionale, può compromettere il buon esito delle cure e condurre alla medicalizzazione-istituzionalizzazione.
Concretamente, il paziente stabilizzato ma in compenso labile, per il quale viene proposta dalla Direzione Sanitaria ospedaliera o dalla Direzione Sanitaria di struttura extraospedaliera laDimissione Protetta a domicilio, viene accolto in programmi di assistenza sanitaria o in programmi di assistenza socio-sanitaria integrata.
Qualora la domiciliarità delle cure non sia perseguibile, per via del quadro clinico del paziente e/o per le condizioni socio-abitative del nucleo familiare d’appartenenza, è possibile attivare, in alternativa, la Dimissione Protetta da Struttura Ospedaliera o da Struttura Sanitaria extraospedaliera presso struttura residenziale sanitaria (RSA) o socio-sanitaria (RSSA).
Il Distretto Socio Sanitario 1 e il Presidio Ospedaliero “Don Tonino Bello” di Molfetta della ASL BA, d’intesa con i Comuni dell’Ambito Molfetta-Giovinazzo, hanno avviato un’operazione programmatoria in materia di integrazione Ospedale-Territorio che è esitata nella predisposizione e sottoscrizione di un Protocollo Operativo dedicato, visionabile sul portale della ASL BA.
Prima ancora della predisposizione del Protocollo Operativo era stata già consolidata da qualche anno la stretta e proficua collaborazione tra le due assistenti sociali del Presidio Ospedaliero di Molfetta e il le due assistenti sociali del Distretto.
Questo importante strumento di integrazione socio-sanitaria, rappresentato dalla Dimissione Protetta, si pone a garanzia della continuità delle cure, soprattutto per quei soggetti portatori di pluripatologie cronico-degenerative e/o di severa non autosufficienza.
Grazie per l’attenzione e arrivederci alla prossima puntata.
dott. Pantaleo F. Ceci, Dirigente Psicologo Distretto Socio Sanitario 1 ASL BA
23/08/2012
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