SI TRASFORMA L’INDICATORE DELLA SITUAZIONE ECONOMICA EQUIVALENTE ISEE IN VIGORE DA QUESTO MESE.
Grazie a questo strumento, che valuta la situazione economica di chi richiede tariffe agevolate per ottenere servizi pubblici a pagamento, lo Stato decide quanto far pagare, dando una mano alle famiglie che, nel loro complesso, hanno redditi particolarmente bassi.
Le agevolazioni riguardano asili, istruzione, mense, servizi sociali e sanitari.
I Comuni possono usare l’ISEE anche per concedere riduzioni, detrazioni o esenzioni dal pagamento di tasse (Tari-Tasi).
Le novità per l’ISEE nel 2015: Cambiano i parametri economici di riferimento e l’autocertificazione viene limitata alla Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica), cui il cittadino e la pubblica Amministrazione aggiungono le informazioni già in possesso di Fisco, Anagrafe Tributaria e Inps. Al contribuente resta il compito di indicare le spese da detrarre.
Oltre a stipendi e pensioni sono calcolati pure i redditi finora esclusi, perchè esenti, o a tassazione sostitutiva: assegni sociali, indennità di accompagnamento, borse di studio e rendite di affitto con cedolare secca (cioè con ritenuta del 21 per cento).
Prima i risparmi non concorrevano al calcolo ISEE se inferiori a 15 mila euro. Dal 2015 questa soglia si abbassa a 6 mila euro (10 mila euro con figli a carico).
Un’altra novità è che verranno monitorate non solo le giacenze medie dei conti correnti, ma anche i conti deposito, i titoli di Stato, i fondi e le azioni.
La somma dei redditi e del patrimonio del contribuente va sempre diviso in base al numero di componenti della famiglia. Quelle numerose sono dunque avvantaggiate.
Un esempio? Per due coniugi con un figlio a carico, l’ISEE viene diviso per 2,04; con due figli a carico per 2,46.
Per anziani e disabili si fa distinzione tra disabilità media, grave e non autosufficienza. Questo permette di distinguere la deducibilità delle spese, in base all’effettiva gravità della situazione.
Infine, l’Agenzia delle Entrate segnalerà all’Inps eventuali difformità rispetto alla dichiarazione dei redditi oppure omissioni. Buona lettura da Saverio Minervini .
15/01/2015
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