RICORDO DI PIETRO MENNEA - 1^ parte
All’alba del 21 marzo 2013, nella clinica Villa Salaria a Roma, decedeva Pietro Mennea, sconfitto in nove mesi da un male incurabile. Il capolinea di una vita straordinaria: 528 gare, risultati strabilianti, quattro lauree, la professione forense, una ventina di pubblicazioni sul diritto sportivo e il doping, l’attività didattica, l’impegno politico da parlamentare europeo e, ultima fatica, l’omonima Fondazione Onlus per i bisognosi.
Nell’anniversario della prematura scomparsa, si è ritenuto di commemorare la “Freccia del Sud” (in origine era il nome del treno che portava al Nord tanti meridionali) rievocando, in particolare, i suoi primi anni di atletica grazie all’album dei ricordi, avendolo conosciuto fin quasi dall’esordio.
Pietro Paolo Mennea nacque a Barletta, in via Porta Reale, il 28 giugno 1952, terzogenito di Salvatore, sarto rinomato in città, e Vincenza, casalinga. Da ragazzo, nel tempo libero, giocava in strada come tanti coetanei del Sud o effettuava consegne per il padre. Era il più veloce nel correre intorno alla cattedrale; le sfide si tenevano durante la controra, quando gli adulti riposavano. Frequentò l’oratorio di don Ruggiero, ex missionario, giocando a calcio con la maglia n. 11 nella Juventus Nova, la squadra di quartiere, sulle spiagge sabbiose della litoranea di Ponente; la posta in palio era di 500 lire, il costo del biglietto del cinema. Serviva messa a S. Cataldo e pensò addirittura di farsi prete, ma l’anno dopo cambiò del tutto idea e salì sul treno per Roma. Voleva vivere da “apache” in Piazza di Spagna; ravvedutosi, trovò ospitalità presso la zia, suor Lucrezia. Il fratello Luigi, con cui giocava a calcio, praticava anche atletica; di conseguenza il passo verso questa disciplina fu breve. Nell’Avis Barletta iniziò con la marcia, ma presto smise. L’atletica vera la scoprì a 14 anni grazie al prof. Autorino. Nell’Istituto Tecnico Commerciale “Michele Cassandro” il coetaneo più veloce era Salvatore Palamolla; si gareggiava a eliminazione diretta in un cortile di 40 m, sulla terra battuta. In una rivincita Pietro, riversandovi la stizza di non aver ricevuto gli spiccioli per la merenda, superò nettamente Palamolla. Il prof. Autorino lo convinse ad entrare nel gruppo sportivo, ma a scoprirne il talento fu Francesco Mascolo, il suo primo allenatore. La leggenda di sprinter vincente iniziò dalla strada.
Il film “Il ragazzo di Calabria”, diretto nel 1987 da Luigi Comencini, fu ispirato non da Francesco Panetta, vincitore dei 3.000 m siepi ai Mondiali di Roma ’87, ma da Mennea. Fu Pietro infatti, che a 15 anni sfidava sui 50 m Porsche e Alfa Romeo di grossa cilindrata lungo i viali di Barletta, a suggerire al regista la scena del ragazzo in gara contro la “500”. Vinceva sempre, e con le 500 lire di premio comprava la merenda per la scuola del giorno dopo.
30/01/2015
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