REGOLE - 2^ parte
Sia nella vita individuale che in quella collettiva le regole sono presenti fin dall’origine, con una valenza essenzialmente costruttiva.
Imporre le regole. “Chi ha regole interiori molto rigide in genere non è rigido solo con se stesso ma anche con gli altri”. La persona con rigide regole interiori tende a portare la sua esigenza normativa anche nelle relazioni, aspettandosi che l’interlocutore le rispetti, anche trascurando i propri bisogni e caratteristiche. È ciò che avviene in diversi rapporti di coppia, in cui uno dei due impone all’altro una serie di regole “a tutto campo” che sono vere e proprie condizioni senza le quali egli sarebbe insoddisfatto e irritato. “Se ti va è così, altrimenti quella è la porta” è la fase che, anche quando non viene pronunciata, sottende la relazione. Sono rapporti sbilanciati, in cui si fa quasi solo quello che va bene a chi detta le regole, mentre l’altro può solo sperare che qualche volta i suoi bisogni e desideri, per essere realizzati, coincidano con quelli del rigido partner. In genere chi sta con una persona così, al di là dell’amore che può provare, ha una grande capacità di adattamento associata spesso a un forte timore del giudizio e insicurezze nella sfera sessuale, e nel tempo accumula rabbia e frustrazione che non verranno capite.
Gli eccessi. “Ci sono persone che si trovano bene solo in situazioni e rapporti fortemente regolamentati, dove cioè ci sono riferimenti precisi da seguire, orari, comportamenti standard, abitudini fisse ecc.”. Ciò rivela in molti casi una scarsa conoscenza di sè e al contempo il bisogno di essere guidati “dal di fuori”, da qualcuno che scandisca la vita con autorità e sicurezza. È segno anche di un’ansia mascherata relativa al non sapere come usare il proprio tempo, e della necessità di una griglia di abitudini che difenda dal senso di vuoto. Altri invece, al contrario, odiano situazioni di questo tipo e si trovano a proprio agio solo quando il contesto è del tutto informale, privo di figure di autorità e di norme precise, e le scelte della loro vita (per esempio, la professione) vengono assai influenzate da tale aspetto. Questo esprime il timore del giudizio degli altri e un bisogno esagerato di libertà forse in seguito a notevoli vessazioni subite da piccoli, che ha indotto una sorta di allergia a qualsiasi tipo di regola: non solo quelle educative o morali, ma anche il semplice rispetto di un orario richiesto dall’esterno.
Le questioni di principio. “Il ricorso alle regole può entrare di forza anche nelle comunicazioni più semplici del quotidiano, allorchè alcune persone si imputano sulle cosiddette questioni di principio”. Può capitare, per esempio, che durante un dialogo un piccolo elemento che produce contrarietà diventi il pretesto per chiedere con forza l’osservanza di uno schema più ampio, in cui sono presenti – in modo esagerato e talvolta retorico – i grandi temi del rispetto, dell’uguaglianza, dell’orologio e della moralità. Il dialogo perde fluidità e consequenzialità e finisce per occuparsi di questa inezia, in un circolo vizioso che in genere si conclude con una discussione e l’insoddisfazione di entrambi.
03/02/2015
|