I CENTRI STORICI: BITETTO - 3^ parte
A fare da fondale alla via che conduce a Bitetto Carlo Ariamone, custodisce il corpo del Beato illirico. Il Santuario, meta di intenso pellegrinaggio, ha l’aspetto semplice che bene si addice all’ordine dei frati che ospita. Il chiostro segue il modello di porticato a quattro lati, sormontato da terrazze scoperte e tutt’intorno affrescato. Nel cortile s’innalza una struttura costruita nel 1750 per proteggere il cedrangolo che il Beato avrebbe piantato nel 1485. Tra le chiese minori vale la pena visitare Santa Chiara, costruita nel 1616, in seguito ad un lascito testamentario del 1598 da parte di un facoltoso bittetese di nome Giovanni Cefalo. Il monastero attiguo fu soppresso agli inizi del XIX secolo. Di particolare pregio è la pavimentazione seicentesca, in maiolica invetriata policroma, con eleganti decorazioni vegetali stilizzate.
La chiesa di San Rocco, appartenuta in precedenza ai Gesuiti, fu ristrutturata e consacrata, dalla confraternita omonima, nel 1760. Essa custodisce, come un prezioso scrigno, alcuni elementi d’arredo sacro più antico della chiesa, conservato nella sagrestia, è sicuramente un pregevole lavabo in pietra nel cui piedistallo sono scolpite due raffinate immagini di delfini, simbolo della fede. La chiesa di San Domenico, in piazza Umberto, risale al 1598, quando nella zona presbiteriale della nuova fabbrica fu inglobata l’antica cappella di Santa Maria e San Giovanni Battista.
La chiesa intitolata a San Giuseppe è un piccolo edificio ubicato lungo la vecchia via per Sannicandro, sviluppatosi intorno ad un’antica edicola. La fondazione della chiesetta è legata ad una leggenda, che vedrebbe protagonista il conte Giangirolamo d’Aragona, detto il Guercio di Puglia. Questi, durante un viaggio da Acquaviva a Bitonto, nel 1646, attraversò Bitetto percorrendo la via vecchia di Sannicandro. Appena superato il convento dei Padri Domenicani, proprio di fronte al giardino del canonico don Filippo de Specie, fu disarcionato da cavallo correndo grave rischio per la propria vita. Scampato alla disgrazia, il conte riferì d’essere stato miracolato dalla Madonna, la cui immagine era affrescata su un muro prospiciente il luogo in cui era caduto. In atto di gratitudine il conte fece erigere la chiesetta che, nel 1818 fu dedicata a San Giuseppe. L’antico affresco della Vergine, risalente al XVII secolo e di cui parla la leggenda, è stato inglobato in una teca al centro dell’altare maggiore.
La fondazione della chiesa de La Maddalena risale alla seconda metà del XIII secolo, quando gli Angioini divulgarono anche in queste contrade il culto provenzale della Maddalena. Situata in fondo al Corso Garibaldi, la chiesa di S. Maria la Veterana è una delle chiese che sorgevano fuori dalle mura dell’antica città. La prima notizia certa su questo edificio sacro è quella che si rinviene nell’atto del 959. Un importante dato ci viene dallo stemma incassato nella facciata per ricordare il promotore dell’opera, Mons. Sciscutella, che permetterebbe di datare la ricostruzione della chiesa negli anni che vanno dal 1294 al 1300. La Cappella cosiddetta La Benedetta deve la sua notorietà e il culto quasi continuo al fatto che vi si recava spesso a pregare il Beato Giacomo. Per tale motivo i frati del convento e il popolo bitettese non l’hanno mai abbandonata, appartandovi sempre i necessari restauri. Nel 1668, il vescovo Francesco Gaeta, con il consenso della comunità conventuale, la ingrandì.
12/02/2015
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