I CENTRI STORICI: SANNICANDRO DI BARI - 1^ parte
Percorrendo la strada statale 271 in direzione nord, ad appena 12 km da Bari si incontra il paese di Sannicandro. Siamo a 183 m sul livello del maree, là dove la Murgia barese si leva al suo primo gradino per proseguire verso Cassano, circondata dalla campagna coltivata prevalentemente ad uliveto. Il suo centro storico risale all’VIII secolo, ad opera di una comunità monastica di San Basilio che qui eresse la chiesa di San Nicandro. Con l’avvento dei Normanni, sorse il nucleo principale del Castello, su un precedente fortilizio bizantino. I recenti restauri lo hanno restituito alla sua bellezza e alla comprensione delle fasi storiche durante le quali sono avvenute le diverse trasformazioni. È così possibile individuare le torri quadrate, l’ampio cortile e l’intervento programmato da Federico II, come il grande portale di accesso alla corte interna, nel tipico stile Hohenstaufen. Nel 1304, il complesso fu donato da Carlo II d’Angiò alla chiesa di San Nicola di Bari e da quel periodo inizia la decadenza del maestoso edificio fino alla fine dell’Ottocento, quando gli si addossarono numerose abitazioni che finirono con il deturparlo. Soltanto nel 1967 il Castello, diventato di proprietà comunale, ha potuto godere di finanziamenti che lo hanno definitivamente restaurato e reso uno dei più bei castelli esistenti in Puglia.
Il feudo di Sannicandro, dopo il tramonto della dinastia angioina, passò alla casa Grimaldi di Monaco che appose il proprio stemma sul portale d’ingresso alla corte interna del Castello. Il piccolo borgo medievale della cittadina ha conservato poche tracce del tessuto urbano abitativo risalente al Medioevo, mentre più interessante il contesto tardo ottocentesco, fatto di palazzine a due piani contrassegnante da decori architettonici ispirati a motivi liberty. La Chiesa matrice, dedicata a S. Maria Assunta, chiude Piazza Unità d’Italia, dove sorge il fastoso monumento dedicato ai caduti della prima guerra mondiale. Il tempio fu eretto nel 1833 su progetto dell’architetto Gimma sui ruderi del precedente, risalente al XVI secolo. La bella facciata ottocentesca è di stile neoclassico, attraversata da una importante trabeazione, partita da paraste con capitelli ionici, in tre settori, di cui quello mediano molto sporgente e concluso da un frontone triangolare con un oculo centrale. Alle spalle si scorgono l’altra cupola con la snella lanterna, e il campanile dalle aggettanti cornici sparti piano, con lesene, monofore arcuate e cupolino terminale.
18/02/2015
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