I CENTRI STORICI: SANNICANDRO DI BARI - 3^ parte
Ancora più stridente all’interno l’accostamento degli ambienti aggiunti durante le diverse fasi evolutive dell’edificio. Nella navata sinistra presso l’ingresso è collocata un’acquasantiera, la cui pila è retta da una mano uscente dalla parete, con motivi ed elementi diversi che ornano l’esterno della vasca, in un fantasioso alternarsi di angioletti, volute e rosette, mentre il bordo rilevato è arricchito da una perlinatura con grani di rosario. La navata destra ha due campate determinate da archi impostati su capitelli dorici pensili, la volta a botte lunettata che vi insiste è dipinta a cielo stellato con angeli ai quattro lati, mentre nelle lunette hanno trovato posto medaglioni con le figure degli evangelisti. La nicchia sull’altare maggiore, in marmo bianco, accoglie al suo interno la statua di S. Michele Arcangelo. La navata laterale che comunica con la maggiore mediante grandi arcate, è coperta da una volta a botte impostata su mensole triangolari, terminate da peducci. L’altare, realizzato nell’Ottocento, mostra un complesso parato: nel dossale tra le lesene si aprono le nicchie che contengono reliquie della passione di Cristo, due angeli cerocefarari lo affiancano, mentre al di sopra la cimasa è sostenuta da putti paffuti.
Sulla via per Bari, all’uscita dal paese, si incontra la chiesa della Madonna della Pietà, dedicata da alcuni anni anche alla Sacra Famiglia. Edificata sul finire del XVII secolo, ci mostra la sua bella facciata neoclassica, inquadrata da coppie di paraste dal lievissimo rilievo e chiusa da un frontone triangolare fortemente aggettante. Dal sagrato si scorgono a mo’ di acroteri due originalissimi elementi architettonici con aperture a serliana, mentre al centro s’innalza la lanterna della cupola. Un luogo molto caro ai sannicandresi e che merita una visita, soprattutto se ci si reca nel giorno di Pasquetta, è la Madonna di Torre, in una contrada a due km dal paese. La chiesa tutta bianca fa bella mostra nella campagna di ulivi che la circonda, unica testimonianza di un villaggio, Sizzaro, scomparso già nel 1348, in seguito ad una pestilenza. La facciata tipica delle architetture rurali, conserva un’antica epigrafe che promette indulgenze a chiunque “col venire con la coscienza pura qui adesso e per sempre nel solennizzo della seconda festa di qualunque settimana”. Nella chiesetta si conservano due altari, alla Madonna della Torre e al Padre Eterno.
06/03/2015
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