PER LA CANONIZZAZIONE DI GIOVANNI XXIII - 1^ parte
La recente santificazione di Giovanni XXIII, avvenuta il 27 aprile, ha suggerito di rievocare il “papa di transizione” (così fu inizialmente definito poichè eletto il 28 ottobre 1958 a settantasette anni) che, in neppure un quinquennio, seppe imprimere alla Chiesa una svolta innovatrice.
“… Vengo dall’umiltà, e fui educato a una povertà contenta e benedetta…”; così si presentò, il 15 marzo 1953, al solenne ingresso a Venezia da cardinale. Angelo Giuseppe Roncalli nacque a Sotto il Monte (Bergamo) il 25 novembre 1881, quarto di tredici figli, da una modesta famiglia contadina omonima di una piccola nobile dinastia locale. Studioso di storia e dilettante di araldica, ideò il suo stemma quando era nunzio apostolico: la torre appartenente al capostipite quattrocentesco dei Roncalli e i due gigli di S. Alessandro, patrono di Bergamo. Il capo del blasone presenta un leone leopardato di S. Marco, ricordo del suo patriarcato a Venezia; le modifiche al fiero e originario leone veneto furono apportate dall’araldista vaticano mons. Bruno B. Heim dietro sue espressa richiesta. Come motto aveva scelto, da vescovo, Oboedientia et pax: infatti “L’obbedienza è sempre necessaria, anche se si accompagna a sacrifici, che sono resi da essa sopportabili e leggeri. La grande pace dello spirito ne è l’immancabile conseguenza”.
Con l’antico “camauro” (copricapo rosso porpora a cuffia bordato di ermellino) e la stola, insegne che denotavano il carattere eminentemente religioso delle visite alla città, dove molti suoi predecessori avevano regnato da sovrani temporali. Così, nelle parrocchie del centro e nelle borgate, i romani videro “er papa bono”; durante il pontificato lasciò il Vaticano più di cento volte. Questi incontri, oltrechè rispondere al vivo desiderio di contatti diretti e di colloqui senza formalità, erano anche atti pastorali doverosi, poichè il Papa è “Vescovo di Roma”.
10/03/2015
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