Olio d’oliva: Battuta d’arresto delle importazioni
Continua a crescere, seppure a un ritmo più moderato, l’export nazionale di oli di oliva. Tirano invece il freno le importazioni, ribaltando di netto il trend positivo dell’anno scorso.
Il bilancio dei primi sette mesi 2012 restituisce, nei volumi esportati, un progresso del 3,4 per cento. In base agli ultimi aggiornamenti dell’Istat, da gennaio a luglio 2012 l’Italia ha trasferito oltre confine poco meno di 240mila tonnellate, tra oli di oliva e sansa, incassando
però un assegno analogo a quello di un anno fa, per un importo di poco superiore ai 719 milioni di euro.
Migliora dunque il dato fisico, anche se a un ritmo più blando rispetto al più 6% sperimentato nel 2011, ma il risultato economico resta invariato. Non è escluso tuttavia che già ad agosto l’export imbocchi una direzione positiva anche nei corrispettivi monetari, dopo il rimbalzo dei prezzi della scorsa estate. Una fiammata che sembra adesso rientrata
(recentemente le quotazioni hanno assunto addirittura una tendenza al ribasso, con l’avvio della nuova campagna), ma che ha dato sicuramente una spinta ai ricavi, migliorando presumibilmente anche il fatturato oltre frontiera.
Contrariamente alle esportazioni, gli arrivi dall’estero hanno nel frattempo subito una pesante battuta d’arresto. Con circa 350mila tonnellate importate tra gennaio e luglio di quest’anno i volumi si sono ridotti di oltre il 6% su base annua, generando un effetto amplificato sulla spesa, scesa del 13% (625 milioni di euro), in conseguenza di una generale caduta dei prezzi sui mercati internazionali.
Da rilevare che in conseguenza di questa doppia velocità, con l’export ancora in ascesa
(seppure stazionario nei valori) e l’import in evidente ripiegamento, la bilancia commerciale ha potuto chiudere i primi sette mesi di quest’anno con un saldo positivo di oltre 94 milioni
di euro. Un risultato che ribalta il segno meno dell’anno scorso, quando nello stesso periodo i conti con l’estero avevano chiuso in rosso per oltre due milioni di euro.
Nel dettaglio merceologico, i dati Istat segnalano ancora un buon andamento delle vendite all’estero per gli oli di oliva di maggior pregio (+3%), che rappresentano grosso modo il 70% dei volumi complessivamente esportati. Ancora più evidenti i progressi nel segmento
dei raffinati, con le spedizioni cresciute in questo caso del 5,6 per cento.
Le evidenze di luglio rivelano al contrario un brusco dietro front per le importazioni di oli vergini ed extravergini (-7% rispetto ai primi sette mesi del 2011), segnalando maggiori arrivi dall’estero solo nel comparto degli oli di oliva raffinati.
In relazione ai diversi sbocchi commerciali, a sostenere le esportazioni italiane sono stati soprattutto il mercato Usa (+4,4%) e quello tedesco (+13% circa), che insieme assorbono
i 44% dei volumi complessivamente inviati all’estero.
Ottimo il bilancio delle esportazioni in Giappone, con un robusto più 23%, mentre frenano le vendite sia in Francia (-4%) che in Canada, dove il calo ha sfiorato il meno 9 per cento.
Da segnalare il balzo record degli oli di oliva italiani in Cina (+44%), con il Dragone adesso in settima posizione nel ranking dei clienti nazionali, alle spalle del Regno Unito (che ha aumentato solo dell’1% le importazioni dall’Italia), ma davanti a Svizzera e Australia.
Tra gli emergenti spicca anche il dato positivo delle vendite sul mercato russo (+17,5%), mentre archiviano un meno 11% le spedizioni in Brasile. Per quanto attiene ai fornitori, lo stop degli arrivi dall’estero ha penalizzato principalmente la Spagna (-6%), che concentra più di due terzi delle importazioni italiane, e la Grecia (-24%). Al contrario emerge a tutto il mese di luglio un bilancio positivo per i paesi extra-Ue (+29%), con forti pressioni alle dogane soprattutto degli oli tunisini e turchi.
Fonte: www.agricoltura24.com
13/03/2015
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