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1° appuntamento con la rubrica curata dalla scuola paritaria l'Isola di Peter Pan

1° appuntamento con la rubrica curata dalla scuola paritaria l'Isola di Peter Pan


La parola e-ducare (dal latino e-ducere, letteralmente - condurre fuori - quindi liberare, far venire alla luce) contiene già di per sè la spiegazione di cosa viene richiesto non solo ai genitori, ma anche a tutte le persone che si occupano dei bambini, cioè fare in modo che il bambino realizzi al meglio la sua unicità e il suo progetto di vita. L'uomo ha bisogno di educazione, perchè al momento della nascita egli possiede un ampio bagaglio di informazioni genetiche, sociali, culturali, psicologiche che nel corso degli anni è chiamato a sviluppare. L'educazione è un azione che tende a sviluppare ciò che nell'uomo è già costituito, è un intervento volto ad attualizzare le potenzialità innate dell'individuo, adattandole concretamente ai modelli socio-culturali dell'ambiente sociale in cui egli vive. Possiamo inoltre, affermare che il fine ultimo dell’educazione è quello di promuovere concretamente la realizzazione personale e armoniosa dell'individuo. Mediante tale processo l'educando sviluppa le sue qualità, acquisisce capacità, abitudini e valori, che gli consentono di vivere da uomo e buon cittadino.Vedi Immagine L’evento educativo, quindi, ha come punto di partenza l'identità infantile e come obiettivo la sua progressiva ristrutturazione verso una sempre maggior affermazione di sè, per una sempre maggior apertura all'alterità. Una positiva azione educativa non può che comprendere tutti gli aspetti della personalità in formazione (affettivo, intellettivo, morale, sociale) e li considera non isolati fra loro, ma tra loro complementari. Nell'opera educativa infatti, occorre avere la grande pazienza di saper individuare i bisogni e le esigenze dell'educando, conoscendoli profondamente. Nessun buon educatore si prefigge un programma educativo e lo impone. Questo non sarebbe educare! Ogni individuo necessita di un proprio itinerario educativo sulla base di quelle che sono le sue caratteristiche, inclinazioni e necessità. Studi e ricerche di psicologia dello sviluppo e dell’età evolutiva hanno evidenziato l’esistenza di tre tipologie educative classiche che vanno a caratterizzare il rapporto tra educatore ed educando: l’autoritarismo, il permissivismo e l’autorevolezza. Gli educatori di tipo autoritario sono esigenti ma sordi alle esigenze dei figli. La comunicazione messa in atto è quindi unilaterale, i ruoli e le regole sono stabiliti rigidamente e imposti dall’alto. Non vi è dialogo nè condivisione di pensieri, non è possibile scendere a compromessi e spesso si ricorre a punizioni. Crescere in un ambiente così rigido impedisce al bambino di sperimentare sbagliando e di comprendere il valore delle regole. Questi bambini solitamente mostrano una scarsa stima di sè e delle proprie capacità e tendono ad assecondare passivamente il volere degli altri. Non interiorizzano regole e norme di condotta a causa del modello d’insegnamento basato esclusivamente sulla forza del potere; la loro obbedienza è dovuta al timore per le punizioni. Opposta è la situazione che vede protagonista un’educazione di tipo permissivo. Gli educatori permissivi sono poco esigenti e molto tolleranti, le punizioni sono poche se non assenti. Essi pretendono raramente dai bambini comportamenti responsabili e spesso non esercitano su di loro nè controllo nè autorità. In un certo senso gli educatori permissivi lasciano i bambini regolarsi da soli. La mancanza di regole solitamente genera confusione e angosce e i piccoli non possono far affidamento su una guida sicura. Infine, vi è lo stile educativo autorevole che volendo quantificare è quello migliore. Gli educatori autorevoli valorizzano l’indipendenza, giustificano le loro richieste e utilizzano metodi disciplinari non punitivi; danno fondamentale importanza all’autonomia a fanno anche valere l’autorità rinforzando in modo coerente le regole e aspettandosi comportamenti maturi e responsabili.Vedi Immagine I bambini presentano più spesso una buona fiducia in sè, oltre a buoni livelli di autostima, maturità, responsabilità, competenza sociale e autonomia; mostrano rapporti positivi e un buon dialogo con gli altri. Non esiste l’educatore perfetto o il modo perfetto di fare educazione ma possiamo affermare che una qualsiasi azione educativa per essere valida è quella che vede l’educatore come guida che cammina alle spalle dell’educando ma con le braccia tese pronto a sostenerlo in caso di caduta. Si tratta di lasciar camminare il bambino lungo le strade della vita, sperimentando la quotidianità delle esperienze e non sostituendosi ad esso. E’ importante che il bambino sia guidato dalla propria voglia di scoprire il mondo e che l’educatore sia un buon esempio di vita. Possiamo concludere dicendo quindi che il compito dell’educatore è al tempo stesso difficile e meraviglioso perchè può dare un grande contributo a quello che sarà lo sviluppo integrale della persona umana che con fiducia gli è stata affidata.
Grazie per l’attenzione e arrivederci al prossimo appuntamento.

Scuola dell’infanzia paritaria “l’Isola di Pater Pan” – Via Baccarini, 17 Molfetta – Tel.080 334 0946


23/09/2012
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