LO STEMMA DELLA REPUBBLICA ITALIANA - 1^ parte
L’avvento della Repubblica, nel 1946, comportò come primo problema pratico l’adozione dello stemma di Stato che connota gli uffici e i documenti nonchè i sigilli delle pubbliche amministrazioni e dei notai.
Ma già prima si era dovuto provvedere a un simbolo di emergenza.
Infatti la scheda per il referendum del 2 e 3 giugno 1946 sulla forma istituzionale dello Stato riportava l’immagine della Penisola sormontata dallo stemma di Casa Savoia per la Monarchia e dal profilo volto a sinistra dell’Italia turrita tra due fronde di alloro e di quercia per la Repubblica.
Il primo decreto che il presidente del Consiglio Alcide De Gasperi sottoscrisse dopo l’assunzione ad interim dei poteri di capo dello Stato, il 19 giugno 1946, dispose la nomina di un’apposita Commissione incaricata di definire il modello del nuovo stemma ufficiale della Repubblica.
Il 27 ottobre successivo De Gasperi costituì la Commissione, comprendente due membri dell’Assemblea Costituente e sei esperti, affidandone la presidenza a Ivanoe Bonomi, capo del Governo dal 18-6 al 10-12-1944.
Nella prima riunione, il 5 novembre 1946, si decise di bandire un concorso tra gli artisti italiani riservandosi la scelta dei cinque elaborati migliori, da compensare con 10.000 lire ciascuno.
All’epoca un operaio, per poter guadagnare 1.000 lire, doveva lavorare almeno venti ore; un chilogrammo di carne ne costava circa 400.
La Commissione raccomandò che il nuovo stemma fosse “semplice, facilmente intellegibile e facilmente realizzabile come sigillo”, senza peraltro trascurare “la terra e lo spirito dei Comuni”, indicando come simbolo preferenziale “la stella d’Italia”; erano banditi tassativamente le personificazioni, sia pure simboliche, ma soprattutto i riferimenti politici.
Risposero 341 concorrenti, per un totale di 637 bozzetti, improntati da carrocci, lupe, vanghe, ancore, incudini ed altri simboli, compresi i volti femminili; il risultato fu nel complesso alquanto deludente. Si invitarono pertanto i cinque finalisti a presentare nuovi lavori, secondo direttive più precise: al centro doveva figurare come elemento principale una cinta turrita con forma di corona “ma apparenza anche di nobile edificio”; lo stemma andava completato in basso dalla rappresentazione del mare e in alto da una stella raggiante a cinque punte; eventualmente si potevano inserire i termini “Unità” e “Libertà”.
31/03/2015
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