Il regime alimentare invernale deve cercare di prevenire gli inconvenienti legati alle basse temperature esterne, apportando calore all’organismo. Occorre pertanto incrementare la quota di grassi, i principi nutritivi in grado di sviluppare calore metabolico in maggiore quantità per unità di peso. Vanno però centellinati i grassi saturi di provenienza animale (burro, formaggi, carni rosse e insaccati), pericolosi per la salute in quanto potenzialmente aterogeni, cioè in grado di promuovere la formazione delle famigerate placche di grasso sulle pareti delle arterie. È bene dare la preferenza ai grassi monoinsaturi contenuti nell’olio extravergine d’oliva e ai grassi polinsaturi contenuti nel pesce e in alcuni oli vegetali.
Il ripristino delle energie spese durante l’allenamento è assicurato dall’assunzione di piatti caldi e semiliquidi, i classici minestroni di cereali e legumi. Il cereale apporta tutta la vitalità del chicco, soprattutto se proveniente da culture biologiche o biodinamiche. I legumi assicurano un ottimale apporto proteico e il brodo vegetale restituisce all’organismo i liquidi e i sali minerali persi con la sudorazione.
La pietanza deve essere servita ben calda, per ridonare all’organismo la sensazione di calore piacevole, protettivo e avvolgente. Un bicchiere di vino rosso (circa 100 millilitri) di provenienza biologica è un piacevole e… riscaldante premio per ripagare dalla fatica dell’allenamento. Non superare assolutamente i 100 millilitri a pasto è però tassativo per scongiurare gli effetti negativi (azione tossica dell’alcool su fegato, cuore e muscoli).
Non avvelenare il vostro corpo
Molti concimi, diserbanti, pesticidi e additivi chimici impiegati nell’agroalimentare convenzionale
sono potenzialmente tossici per la “respirazione cellulare”, una vera e propria respirazione “interna” tramite la quale l’ossigeno veicolato dal sangue raggiunge le cellule degli organi insieme con i substrati energetici derivati dagli alimenti. Ossigeno e substrati energetici entrano nei mitocondri, le microscopiche centraline energetiche endocellulari ove avvengono le reazioni chimiche responsabili della produzione di energia metabolica aerobica. I mitocondri sono il “cuore” di questa respirazione così importante non solo nella fisiologia dello sport, ma anche (e soprattutto) nel mantenimento della vita e della salute. Gli alimenti provenienti da colture convenzionali potrebbero pertanto non essere del tutto idonei per lo sportivo. L’avvelenamento del motore aerobico è insidioso e non sempre grossolanamente evidente: si può manifestare con un calo dei livelli prestazionali o con un aumento dei tempi di recupero.
A volte lo sportivo si sente stanco ed esegue per questo esami del sangue che spesso non danno risultati anomali. I sintomi si manifestano non di rado proprio nei mesi invernali, quando l’azione vitalizzante della luce solare raggiunge il livello più basso nel corso dell’anno.
È necessaria una maggiore attenzione alle strategie nutrizionali: con l’introduzione di alimenti biologici e biodinamici, può spesso risolvere il problema. Ciò è tanto più evidente per gli atleti “master” ultracinquantenni nei quali si possono più facilmente innescare processi di stress ossidativo cellulare proprio per motivi anagrafici.
di Enrico Mariani tratto da
www.valorealimentare.it
01/04/2015
''Il mondo del biologico'' a cura di Cuore bio - Terra madre