Segnali positivi per l’edilizia. Oltre 273mila pugliesi hanno fruito delle agevolazioni fiscali
concesse per le ristrutturazioni e in 47mila per le riqualificazioni energetiche
Bari, 15/04/2015 – Segnali positivi per l’edilizia grazie alle agevolazioni fiscali. E con la bella stagione riaprono i cantieri per i lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli immobili. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati del Dipartimento delle Finanze.
In particolare, 273mila pugliesi hanno fruito, l’anno scorso, degli incentivi concessi per il recupero del patrimonio edilizio (si riconosce una detrazione Irpef del 50 per cento, ripartita in dieci anni, sino al tetto di spesa di 96mila euro). L’ammontare complessivo dichiarato è stato di oltre 116 milioni (spesa media 427 euro).
Rispetto all’anno precedente, il numero dei contribuenti è salito del 12,2 per cento (nel 2013 erano 243mila), l’ammontare dichiarato è cresciuto del 28,6 per cento (nel 2013 si fermò a 90,8 milioni) e la spesa media è aumentata del 14,6 per cento.
Riguardo alle detrazioni per gli interventi finalizzati al risparmio energetico (si «scarica» il 65 per cento dei costi sostenuti), ne hanno approfittato in 47mila (contro i 35mila dell’anno prima). L’incremento è di oltre 12mila contribuenti. L’ammontare complessivo dichiarato è stato di oltre 34 milioni (contro i 28,9 dell’anno prima). E’ diminuita, però, la spesa media da 827 a 724 euro.
Impressionante la crescita di coloro che hanno fruito del «bonus arredi». I contribuenti che effettuano interventi di recupero del patrimonio edilizio possono fruire di un’ulteriore riduzione d’imposta per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A. La detrazione, pari al 50 per cento della spesa, è ripartita sempre in dieci anni (tetto di spesa fissato a 10mila euro).
Dal 2013 al 2014, il numero dei contribuenti è schizzato del 271 per cento (da 1.681 a 6.238), l’ammontare complessivo del 349 per cento (da 326mila euro a un milione 463mila), la spesa media del 21 per cento (da 194 a 235 euro).
Per le prestazioni di servizi relative agli interventi di recupero edilizio, di manutenzione ordinaria e straordinaria, si applica l’aliquota Iva agevolata del 10 per cento. Da quest’anno la ritenuta a titolo di acconto sulle imposte è passata dal 4 all’8 per cento. Viene operata dalle banche, al momento del pagamento in favore delle imprese esecutrici dei lavori. L’aumento dell’aliquota, comunque non determina un aumento del corrispettivo dovuto in quanto, pur incidendo sui flussi di cassa delle aziende, è solo un anticipo del versamento delle imposte dovute dalle imprese; qualora non dovuta, la ritenuta può essere recuperata in sede di liquidazione definitiva dell’imposta in dichiarazione dei redditi.
«I numeri elaborati dal nostro Centro Studi – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – rappresentano certamente un dato positivo, sintomo che la concessione di sgravi fiscali è una buona prassi da continuare ad esercitare e da ampliare nel proprio raggio d’azione. Tuttavia – continua il presidente – si tratta di una goccia nel mare per un comparto che dal 2008 ha visto in Puglia la chiusura di oltre duemila imprese artigiane ed una flessione occupazionale pari quasi al 48 per cento: una vera e propria caduta libera che non accenna ad alcuna inversione di tendenza.
Si tratta di dati “da dopoguerra”, troppo spesso sottovalutati solo perchè riferiti al mondo dell’impresa diffusa. In sei anni l’intero comparto ha perso nella nostra regione ben 63.500 occupati, un numero di gran lunga superiore a quello degli addetti di qualsivoglia grande azienda nazionale.
Non va dimenticato che quello delle costruzioni è uno dei settori trainanti dell’economia pugliese e che il suo stato di salute è in grado di influenzare una moltitudine di altri comparti. Tanti sono i provvedimenti a costo zero in grado migliorare le condizioni delle imprese: fra questi la semplificazione amministrativa e l’uniformazione dei regolamenti comunali in materia di edilizia sono una priorità assoluta. Auspicabile sarebbe anche una più decisa incentivazione al recupero ed all’efficientamento del patrimonio immobiliare esistente. Fondamentale – conclude il presidente – è intervenire sull’edilizia pubblica attraverso un piano organico che preveda il completamento delle opere incompiute, l’avvio di quelle immediatamente cantierabili ed il superamento delle gare al massimo ribasso».
16/04/2015
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