La tattica dell’insinuarsi. “Tra le principali “tecniche” manipolatorie c’è la ben nota “captatio benevolentiae”, cioè il catturare la benevolenza e la disponibilità dell’altro”.
La persona raggiunge questo obiettivo facendo parlare l’altro dei suoi problemi e consolandolo, oppure adducendo presunte affinità attraverso frasi complici. In tal modo, quando l’altro ha un particolare bisogno si essere rassicurato, si lascia andare a raccontare dettagli su di sè e sulla propria vita, tutte informazioni che il manipolatore registra e userà a suo vantaggio nel momento che riterrà opportuno. Tipico per esempio è il caso di molte discussioni di coppia, in cui uno utilizza confidenze che in precedenza l’altro gli ha fatto in momenti di fragilità, di difficoltà o di apertura, per argomentare in modo da uscire vincente dal confronto.
Potere della dialettica. “Tra i vari tipi di manipolatori uno dei più temibili è l’oratore perfetto: grande proprietà di linguaggio, conoscenza dell’argomentazione, silenzi e risposte alternati con maestria per spiazzare l’interlocutore”.
L’obiettivo di questi soggetti è sfinire mentalmente l’altro per poi strappargli un consenso o indurlo a dire ciò di cui in realtà non è convinto. Questo fiume di parole – che di solito consiste in un racconto dettagliato della propria vita e dei propri drammi o successi – ha spesso come effetto quello di lasciare la controparte priva di parole e di difesa, disorientata e confusa. Tale atteggiamento si ritrova spesso nei soggetti che partono dal presupposto di essere superiori a chi li ascolta ed esperti in qualunque ambito del sapere: la loro finalità è di svilire “l’avversario” che, sentendosi spiazzato, potrà reagire innervosendosi e facendosi prendere dall’ansia. Questo manipolatore può alternare diverse strategie fra le seguenti.
- La retorica: si focalizza sull’obiezione o sull’affermazione meno importante dell’altro, facendogli dimenticare tutto il resto e impedendogli di continuare a sviluppare il suo ragionamento in modo lineare.
- La mistificazione: ripete, interpretandole a proprio favore, le affermazioni dell’interlocutore, tentando così di diminuirne l’autostima e la sicurezza in se stesso.
- La confusione: chiede continui dettagli e/o interrompe spesso la conversazione, sfiancando l’attenzione dell’altro e facendo perdere di vista il nocciolo della questione.
- L’insistenza: non si sposta dalla sua posizione e non molla il suo intento fino a prendere l’altro per sfinimento o per noia.
25/04/2015
Importanza della comunicazione e linguaggio del corpo