Mercato del lavoro, segnali di una timida ripresa. Cala, infatti, il tasso di inattività (dal 47% al 45,6%)
Bari, 30/05/2015 – Timidi segnali di ripresa. In Puglia, infatti, cala il tasso di inattività che scende dal 47 al 45,6 per cento. Si tratta del parametro riferito al quarto trimestre del 2014, di cui il 30 per cento riguarda gli uomini, mentre il 60,7 per cento le donne. E’ quanto emerge da un’elaborazione del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati Istat.
In termini assoluti, gli inattivi (cioè coloro che non lavorano e non cercano occupazione) sono un milione 219mila, di cui 397mila uomini e 822mila donne (prima erano un milione 257mila).
Questi i tassi di inattività, in Puglia, anno per anno: 46,7 per cento (nel 2004), 48 per cento (2005), 47,7 (2006), 47,5 (2007), 47,2 (2008), 48,5 (2009), 48,7 (2010), 48,4 (2011), 46,6 (2012), 47,1 (2013) e 46,2 come media annua per il 2014.
«I dati elaborati dal nostro Centro Studi – spiega Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – evidenziano un primo segnale di ripresa del mercato del lavoro. Quello degli inattivi è un parametro particolarmente interessante perchè in grado di fornire un’indicazione anche sul livello di fiducia dei cittadini nella possibilità di trovare occupazione. Non v’è dubbio – spiega il presidente – che un calo del numero degli inattivi sia da accogliere con favore. In questo, le scelte effettuate sul piano delle politiche attive del lavoro hanno avuto un ruolo non di poco conto. Ad esempio, nonostante un avvio a rilento, il piano Garanzia Giovani, supportato anche da Confartigianato, sta contribuendo all’emersione di una serie di profili che altrimenti sarebbero rimasti, per l’appunto, inattivi e del tutto sconosciuti.
Tuttavia – precisa Sgherza – i valori assoluti, specie quelli relativi alle donne, risultano ancora troppo elevati. In particolare preoccupa la situazione delle province di Foggia e Taranto in cui, contrariamente agli altri territori, il dato ha registrato un ulteriore incremento.
L’obiettivo – conclude il presidente – deve essere quello del calo del numero di inattivi in favore dell’aumento di quello degli occupati. Per realizzarlo le politiche attive non bastano: occorre aiutare le imprese, specie quelle piccole e medie, a generare nuovi posti di lavoro e ciò è possibile solo attraverso un supporto organico allo sviluppo imprenditoriale ed incisive riforme in materia di fisco, credito, giustizia civile e burocrazia».
Ecco la situazione nelle province pugliesi. Il tasso di inattività nella provincia di Bari si ferma al 43,2 per cento (361mila). Seguono Lecce con il 43,8 per cento (228mila), Brindisi con il 46 per cento (121mila), Barletta-Andria-Trani con il 47,3 per cento (124mila), Taranto con il 49,7 per cento (191mila). Chiude Foggia con il 51,6 per cento (214mila).
30/04/2015
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