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SAPORE DI MARE - 2^ parte
Anche le costruzioni monumentali dell’epoca, quali il Duomo Vecchio e la Sala dei Templari, con i loro portali ogivali, i costoloni ed i contrafforti, riflettono negli stilemi architettonici la struttura verticistica della società normanna e il determinismo della loro concezione filosofica. Città demaniale durante la dominazione degli Svevi e degli Angioini, Molfetta acquisì privilegi, codificato nel “Libro Rosso” (è così denominato poichè i titoli dei documenti furono trascritti con inchiostro di questo colore, n.d.r.), che contribuirono notevolmente al suo sviluppo commerciale. Ma il definitivo affermarsi della connaturale vocazione marinara, sebbene determinata in origine dalla ristrettezza del territorio che non favoriva certamente lo sviluppo dell’agricoltura, fu in gran parte dovuto all’avveduta politica marittima di Carlo III di Borbone (1734-1759). Durante il regno di questo illuminato monarca furono infatti apportate molteplici innovazioni e promulgati appositi regolamenti che non solo eliminarono gli ostacoli allo sviluppo delle attività marinare e pescherecce, ma disciplinarono definitivamente l’intero settore della marineria. Venne redatta una normativa dei diritti e doveri di capitani, piloti ed equipaggi, istituite vere e proprie sessioni d’esame per il conseguimento della patente di navigazione ed introdotti “tabelle di armamento”, giornali di bordo e perfino l’elenco delle attrezzature obbligatorie sui natanti. Molfetta colse in pieno questa opportunità, tanto che si accrebbe notevolmente il numero dei cantieri navali e sorsero decine di botteghe di maestri d’ascia, carpentieri e calafati; nel 1866 divenne la prima città della provincia per numero di imbarcazioni costruite e tonnellaggio. Non solo, ma i marinai molfettesi furono denominati a buon diritto “gli olandesi di Terra di Bari”. Come di Lecce si afferma che l’arte di intagliare la pietra è insita nei salentini, così a Molfetta è l’abilità nella cantieristica che risulta quasi connaturata nel patrimonio genetico dei suoi abitanti. All’epoca di redazione dell’articolo il mercato ittico molfettese movimentava circa cinquemila tonnellate di pesce, per un fatturato superiore ai venti miliardi di lire.
09/05/2015
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''Storia, numismatica e tanto altro'' a cura del dott. Corrado Minervini |
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