I CENTRI STORICI: BITRITTO - 3^ parte
Altra opera di notevole importanza sia per l’arte che per il culto devozionale è il reliquiario del protomartire S. Stefano donato nei primi anni del XVII secolo dall’arcivescovo. Attigua alla chiesa matrice, sempre di stile barocco, la chiesa del Purgatorio. La sua edificazione appartiene alla fase di trasformazione in chiave barocca del tessuto urbano. La facciata infatti, che fa da fondale a Piazza Leone, è inquadrata dal torrione del palazzo Ducale e dal fianco del Duomo. Essa è scandita da due ordini di paraste sovrapposti e l’architrave che li divide reca scolpiti i simboli della morte. L’interno è a navata unica con cappelle laterali, con un presbiterio quadrato al cui centro si trova l’altare maggiore seguito dagli stalli del coro. Le pareti della navata sono articolate da un ordine gigante di lesene ioniche, e sulla parete di fondo del presbiterio campeggia la grande tela che il maestro N. De Filippis eseguì nel 1736 raffigurante La gloria dell’Immacolata, santi e purganti. Insieme a questi, altri piccoli edifici sacri popolano il centro antico, come la minuscola chiesa della Madonna di Loreto eretta a metà Seicento, al di fuori delle mura, oggi in via Carlo Alberto, nei pressi della centrale Piazza Umberto, o ancora quelle dedicate a S. Pietro e a S. Antonio. Grande interesse suscita la piccola chiesa di Santa Caterina in via Fioni, fondata verso il 1588 dalla nobile famiglia Bolognese Guidotti, nel luogo dove, si racconta, abbiano trovato rifugio i profughi di Balsignano accorsi quando l’antico casale modugnese fu distrutto agli inizi del 1500. Dietro la facciata neoclassica, il piccolo edificio custodisce due sculture in pietra raffiguranti S. Giuseppe e S. Caterina, opera della seconda metà del Seicento di fattura locale. Luogo ricco di segni della storia e dell’arte del paese è la Chiesa Collegiata di S. Angelo, piccolo gioiello d’architettura posto sul fondo di un antico viale alberato. Si tratta della chiesa anticamente più importante di Bitritto, chiamata comunemente S. Angelo o Madonna del Carmine, poichè vi ha sede la confraternita omonima. I documenti ci raccontano che, conosciuta come chiesa di S. Michele Arcangelo, e costruita tra la fine del sec. XI e l’inizio del XII fuori dalle mura del casale, svolse la funzione di Collegiata di Bitritto dal 1171 al 1579 quando subentrò come sede arcivescovile la chiesa matrice. Da quel momento in poi la chiesa cominciò ad essere letteralmente saccheggiata delle sue opere artistiche più preziose. Fino al 1936, infatti conserva in sagrestia due lastre di pietra scolpita ad altorilievo, opera di un artista locale del XIII sec., raffiguranti rispettivamente l’Arcangelo Gabriele e la Vergine – frammenti di un dittico avente per tema l’Annunciazione – e una lastra, più antica di almeno un secolo, con l’effigie di Cristo Benedicente tra la Madonna e l’Arcangelo Gabriele. Al centro della bianca facciata di pietra calcarea, semplice e lineare, si apre un portale a sesto acuto, incorniciato da un piccolo protiro impostato su due mensole, sovrastato da un tondo con una statua della Madonna del Carmine. L’interno della chiesa è costituito da un’unica navata con volta a botte lunettata, sulle cui pareti si aprono tre profonde cappelle per lato. Poco è rimasto dell’antico splendore, se non l’atmosfera tranquilla e solitaria dei luoghi in cui chierici e canonici vivevano in comune in perfetto collegio.
12/05/2015
|