SAPORE DI MARE - 3^ parte
Una risorsa che procurava lavoro a numerosi pescatori, grossisti e dettaglianti, senza dimenticare i ristoratori. Infatti, nè poteva essere altrimenti, la gastronomia molfettese è costruita soprattutto da pietanze a base di pesce. Vengono menzionati al riguardo “piatti tradizionali ma raffinatissimi” come il ben noto “cźmbottė”, zuppa di pesce fragrante di scoglio condito con pomodori freschi, olio doliva, aglio e prezzemolo, i “chźmmėrė ndoràt e frìttė” (gamberi dorati e fritti) e gli altrettanto apprezzati “fėlìėttė dė scrummė mė mėllicatė” (filetti di sgombro gratinati). Ma Molfetta rappresenta anche una “testimonianza culturale di primissimo ordine”. Sul porto, allestremità del borgo antico, si affaccia il Duomo Vecchio, dedicato a S. Corrado di Baviera (ma è improbabile che il nostro Patrono sia mai vissuto in questa regione, n.d.r.), la più importante chiesa romanica pugliese a cupole. Costruito tra il XII e il XIII secolo, ha la facciata in calcare bianco, con due torri mozze, e sul fronte absidale due campanili a bifore, alti 39 m.
Notevoli, allinterno, l “Acquasantiera del Saraceno”, risalente al XII secolo e, incastonato nellaltare centrale, il duecentesco altorilievo lapideo, finemente lavorato, che raffigura Cristo benedicente incensato da due angeli. Sono inoltre da visitare, secondo il giornalista, le chiese di S. Andrea, medievale, di S. Bernardino, risalente al XV secolo, e lex chiesa della Morte, suggestiva anche per lemblema dellomonima Arciconfraternita, consistente in un teschio su due tibie incrociate, scolpito sul timpano del portale dingresso. E ancora, la Sala dei Templari, quasi a ricordare la rilevanza di Molfetta durante le Crociate, quando il suo porto era scalo di navi reduci dalla Terra Santa o ivi dirette. Alla semplicità e al colore della zona portuale si contrappongono le testimonianze barocche, particolarmente apprezzabili negli edifici patrizi del borgo antico.
Larticolo si conclude riportando una curiosità del passato: gli “uomini con gli orecchini”. Anticamente infatti gli anziani usavano esibire orecchini, talvolta di metallo prezioso, perlopiù con gemme; erano soprattutto i carretti e i marinai delle bilancelle da pesca (in vernacolo “lė parźnzuėlė”), che assumevano così un aspetto caratteristico, quasi come divinità del mare o truci bucanieri. In realtà era credenza popolare che portare questo monile preservasse dallinsorgenza del mal di testa. Illustrano larticolo le seguenti immagini, rispettivamente: le cupole e i campanili del Duomo Vecchio; una panoramica dallalto del porto e del borgo antico, riproposta in questa circostanza; il porto dal molo di Ponente; le torri campanarie del Duomo; la statua lapidea di guerriero collocata alla destra del portale di palazzo Giovene; la città vecchia e il porto del molo di Levante, del pari qui riprodotta.
19/05/2015
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