I CENTRI STORICI: CAPURSO - 1^ parte
Capurso è un centro dell’immediato entroterra di Bari, situato ad una decina di km a sud-est del capoluogo, da cui è facilmente raggiungibile percorrendo la statale 100 in direzione Taranto. Paese dalle antiche tradizioni artigianali – famosa la lavorazione dei merletti – ed agricole - per la produzione d’olio d’oliva e uva da tavola – ha sviluppato negli ultimi decenni un’economia a carattere industriale. Sorta fra il IX ed il X secolo, rimase un villaggio rurale per tutto l’Alto Medioevo; mentre in epoca normanna Capurso e il territorio circostante conobbero un notevole incremento demografico quando, in seguito alla distruzione di Bari voluta da Guglielmo il Malo nel 1156, il piccolo villaggio accolse parte della popolazione barese in fuga. Allora il centro cominciò a fortificarsi dotandosi di mura sperimentali e di un castello, di cui oggi rimangono esigue tracce in Piazza Gramsci.
Nel corso dei secoli la città passa di feudatario in feudatario, solo con l’avvento degli Aragonesi e, soprattutto per merito della politica illuminata della Regina Bona Sforza., la cittadina assume una sua dignità civica. La regina di Polonia dando impulso a lavori pubblici fece ricostruire la chiesa matrice, favorì l’ampiamento delle mura e del Castello, diede un assetto edilizio ed urbanistico più razionale alla città con la realizzazione delle prime piazzette (piazzetta del Borgo antico e del Castello), con l’apertura di nuove strade e la costruzione di pozzi e cisterne. La chiesa matrice, dedicata prima a S. Bernardino da Siena e in seguito al SS. Salvatore, sorge su quello che un tempo veniva chiamato Largo del Borgo, l’attuale Piazza Umberto I, non distante dalle porte principali del castrum. La facciata semplicemente rettangolare, è tripartita da un ordine gigante di lesene strette da pilastri con bugne a cuscino, terminata da una cornice rettilinea fortemente aggettante. Il portale con architrave ad intarsi floreali, sormontato dal piccolo rosone, è affiancato dai portali laterali di dimensione minore, ma di uguale forma. Sulla bella torre campanaria, di stile romanico culminante con una piramide cuspidata, divisa da cornici marcapiano merlate in due ordini, si aprono le bifore colonnate. L’interno è a tre navate divise da colonne rivestite di stucco con capitelli corinzi. All’incrocio col transetto si eleva la cupola, su archi a tutto sesto, nei cui pennacchi sono presenti dipinti dei quattro evangelisti. Insieme alle ottocentesche decorazioni pittoriche dell’abside, del pittore Umberto Colonna, e le tele di Saverio Calò di Molfetta, la chiesa conserva nelle cappelle laterali alcuni dipinti settecenteschi.
27/05/2015
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