LE AMMALIANTI CARTOLINE D’EPOCA - 1^ parte
Appassionato di numismatica sin da studente, riuscii nel 1997 ad acquisire il tallero di Ferrante II Gonzaga con la legenda Melficti Princeps coniato a Guastalla nel 1620, molto raro e mai presentato a Molfetta. Proposi di esporlo in occasione dell’imminente 40 ͣ Mostra Filatelica Molfettese, dedicata per singolare coincidenza al gemellaggio col Circolo Filatelico Numismatico di Mantova, città in passato dominata dai Gonzaga. Ma a tale proposta non seguì il benchè minimo riscontro. Deluso, mostrai la moneta alla redazione de l’altra Molfetta, che mi invitò prontamente ad illustrarla in un articolo, apparso nel dicembre 1997. Fu l’inizio di una lunga ed altrettanto proficua collaborazione, giunta con il presente al 150° appuntamento. Articoli riguardanti non solo la numismatica e la storia molfettese, ma anche argomenti di interesse più ampio, ed illustrati quando possibile con cartoline d’epoca. A queste romantiche vettrice di messaggi , assurte nel tempo a testimonianza di un passato che nei nostri ricordi si allontana sempre più, è dedicato il presente articolo, corredato di antiche vedute dei luoghi più caratteristici di Molfetta. Secoli orsono si lasciava il paese natio solo in occasione di guerre, crociate o pellegrinaggi; al ritorno, chi poteva permetterselo, portava con sè una reliquia. E vi era gente abile nel produrle; riunendole, si scoprirebbe che San Tizio doveva avere più di cento denti e che il manto di San Caio poteva accogliere addirittura una scolaresca. A Loreto, pur di accontentare i devoti più ingenui, si vendevano bustine contenenti la “sacra spazzatura” ottenuta dalla pulizia quotidiana della casa della Madonna; a confermarlo, per gli increduli, vi è il Museo del Santuario. In seguito, oltre ai pellegrini, iniziarono a viaggiare anche gli eruditi, per fini culturali; come ricordo chiedevano immagini del luogo. Nel ‘700 i nobili che visitavano Venezia incominciarono ad acquistare vedute su tela dipinte da Antonio Canal, detto “il Canaletto”, e dal nipote Bernardo Belotto.
30/05/2015
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