I porti pugliesi: infrastrutture e funzioni
In questa fase si intende affrontare il tema della conoscenza e qualificazione dei porti storici della Puglia.
E’ generalmente riconosciuta la progressiva dissociazione (sociale e fisica) tra porto e città che il mutare dei comportamenti d’uso e della domanda ha prodotto in molti insediamenti storici, anche per effetto del processo di obsolescenza funzionale, tecnologica e normativa subito nel tempo, fino a rendere separati e tra loro incoerenti due parti della città storica da sempre intimamente connesse.
Appare quindi di particolare interesse sviluppare le tematiche dell’adeguamento e riqualificazione del patrimonio portuale (in relazione anche alla finalità di conseguire una rinnovata integrazione con la città), ponendo a base dello studio la sua sistematizzazione tassonomica sotto l’aspetto storico – funzionale.
Sotto il profilo metodologico dopo una preventiva analisi della evoluzione dei complessi portuali (Parte Prima: I porti della Puglia attraverso i secoli), sono stati individuati 41 porti di cui 33 approdi storici.
Per una rapida e chiara associazione di idee il processo evolutivo è stato sintetizzato in una tabella con 5 sezioni:
1) approdi iapigi, tra i quali si distinguono:
a) scalo messapico;
b) scalo peucezio;
c) scalo dauno;
2) scali della Magna Grecia e dell’Apulia Romana, tra i quali si distinguono:
a) principale scalo magnogreco attivo;
b) principale scalo romano attivo;
3) scali della Puglia medievale;
4) i porti pugliesi tra XV e XVII secolo;
5) i porti pugliesi tra XVIII e XIX secolo.
Dopo l’individuazione dei vari porti si è proceduto alla catalogazione ai sensi della Legge n° 84 del 28/01/1994 (Riordino della legislazione in materia portuale) dei porti secondo le seguenti categorie e classi:
a) categoria I: porti, o specifiche aree portuali, finalizzati alla difesa militare e alla sicurezza dello Stato;
b) categoria II, classe I: porti, o specifiche aree portuali, di rilevanza economica internazionale;
c) categoria II, classe II: porti, o specifiche aree portuali, di rilevanza economica nazionale;
d) categoria II, classe III: porti, o specifiche aree portuali, di rilevanza economica regionale e interregionale.
Il passo successivo è stato la “qualificazione” dello stato attuale degli insediamenti portuali di Puglia, a livello di struttura insediativa, attraverso anche la sistematizzazione tassonomica dei dati raccolti. Tale sistematizzazione ha consentito la definizione di categorie tipologiche di riferimento relazionate, a titolo esemplificativo, alle dimensioni, all’uso (commerciale, industriale, petrolifero, servizio passeggeri, peschereccio, turistico).
Sono stati forniti inoltre in maniera puntuale le superfici a terra prospiciente gli accosti (S.T.) la superficie dello specchio d’acqua (S.A.), e l’eventuale presenza di installazioni fisse, uffici, magazzini, depositi.
In funzione della superficie dello specchio d’acqua (S.A.), i porti sono stati ulteriormente classificati come:
a) porto piccolo (S.A. < 90.000 m2);
b) porto medio (90.000 m2 < S.A. < 2.000.000 m2);
c) porto grande (S.A. > 2.000.000 m2);
Poichè in qualche caso più che di porto si può parlare di micro – sistema portuale come ad esempio nel caso di Gallipoli dove, nello stesso ambito portuale, oltre al porto principale possono essere presi in considerazione altri tre porticcioli, è stato fornita inoltre l’informazione relativa al numero di porti o di bacini.
01/06/2015
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