|
I CENTRI STORICI: CAPURSO - 2^ parte
Con la morte della regina Sforza il feudo passò nelle mani dei Marchesi Pappacoda che dominarono Capurso per due secoli dal 1556 al 1775, promotori del palazzo marche sale dal bel portale rinascimentale e le profonde arcate del piano terra coronate da balaustre, come appare dalle vecchie foto. Il palazzo è andato però distrutto nel 1943. Per tutto il 1600 il paese rimase chiuso all’interno delle mura, mentre all’esterno, sulle rovine dell’antica chiesa matrice di Ara Coeli, si costruisce nel 1614 la Chiesa e il Convento di S. Francesco da Paola. Nel XVIII sec. la chiesa e il chiostro furono oggetto di importanti interventi nel corso dei quali furono realizzati la facciata, con la cornice marcapiano sostenuta da capitelli pensili raccordata al secondo ordine da sinuose volute, e conclusa da un grande timpano spezzato; e la decorazione a fresco del chiostro con le Storie del Santo, opera del maestro molfettese G. Porta. L’impianto seicentesco della chiesa a navata unica con transetto si arricchisce di pregevoli altari barocchi, rilucenti dell’oro negli altari lignei e dei colori della pietra dipinta, e tele di Andrea Miglionico e Nicola de Filippis. L’ex convento conserva il raffinato balcone sorretto da mensoloni e il campani letto a vela del XVII secolo.
Agli inizi del Settecento cominciarono a sorgere le prime case palazziate all’interno delle mura come palazzo d’Addosio in via Pizzoli, Palazzo Lorusso in Piazza Gramsci, che in parte sostituirono l’antico tessuto edilizio fatto di piccole case in tufo con vignale, di cui rimane ancora larga testimonianza tra i vicoli stretti e tortuosi del borgo antico. La fama di Capurso si amplifica e si diffonde nel 1700, quando viene rinvenuto in un pozzo un affresco della Vergine Maria. Ad essa viene dedicato un grande santuario edificato per volere di Carlo III re di Napoli. La Reale Basilica di S. Maria del Pozzo e il Convento giacciono sul fondo di una vastissima piazza a cui si giunge percorrendo la grande arteria cittadina che dall’antico borgo porta a Noicattaro. Il grande sagrato vive delle armonie architettoniche della facciata barocca della Chiesa e del rincorrersi di luci e ombre dell’attiguo convento. La Basilica, costruita tra il 1751 e il 1778 sotto la direzione dell’architetto G. Sforza, è divisa orizzontalmente da un largo cornicione che si inarca al centro per accogliere un finestrone. Coppie di lesene segnano la facciata nella parte centrale, che si incurva avanzando leggermente rispetto al resto dell’edificio. Al di sopra del portale la nicchia accoglie la statua in pietra della Madonna. Dietro le basse volute del timpano di stile barocco si affaccia, modesto e snello, il campanile sormontato con la flessuosa terminazione a cipolla.
05/06/2015
|
|
''Terra d'ulivi'' - di Giuseppe Marrone |
|
|