L’orto fai da te: come si prepara il terreno
La terra è un organismo vivente che può ospitare tante forme di vita: vegetali e animali, di diverse dimensioni fino ai microrganismi. Ogni suolo ha le sue caratteristiche e, prima d’essere lavorato, deve essere conosciuto. I suoli argillosi sono appiccicosi e trattengono molto l’acqua; all’opposto,
quelli sabbiosi si asciugano in fretta e la lasciano sgrondare. Tra questi due estremi ci sono anche i terreni di medio impasto.
Le caratteristiche di un buon terreno
Per la semina o il trapianto il suolo deve essere morbido, poroso, ben arieggiato e con un leggero
contenuto di umidità. La prima cosa da fare è liberarlo da erbe infestanti o comunque indesiderate. È importante togliere ogni filo d’erba e anche le loro radici, perchè queste potrebbero togliere sostanze nutritive ai semi e alle piantine. Successivamente va ripulito in superficie con una zappa,
togliendo anche 1-2 cm di terra. Si tolgono anche i sassi più grossi. Tutto il materiale organico va
accatastato e messo nel compost: diventerà nuovo concime per la terra. È importante non calpestare il suolo quand’è bagnato, perchè verrebbe compromessa la sua fertilità. La costipazione, infatti, impedisce la circolazione dell’aria nei micropori del terreno e, quindi, anche la respirazione delle radici. Calpestandolo o lavorandolo quand’ è bagnato, è come se togliessimo il “respiro” alla terra. È importante imparare a riconoscere quando un terreno è “in tempera”, ovvero quando ha il suo giusto grado di umidità: prendendo un pugno di terra in mano e comprimendola deve sgranarsi con la leggera pressione del polpastrello. Se non è così, dovremo attendere che la terra si
asciughi. L’attesa del momento propizio di lavorazione deve considerarsi un periodo importante. Quando sarà arrivato il tempo, vanga e zappa saranno i due strumenti che ci permetteranno di arieggiare il suolo. Un maggiore affinamento arriverà dalle zappettature in superficie, mentre il rastrello, oltre a livellare, separerà le parti più fini da quelle più grosse.
Sarà molto importante preservare il lavoro fatto e, quindi, non calpestare il suolo lavorato. In questo modo renderemo la germinazione dei semi più facile perchè le radichette avranno minore difficoltà a fuoriuscire. Nel caso in cui il suolo fosse poco affinato, la terra non aderirebbe al seme e potrebbe seccare. Oppure le radichette, fuoriuscendo dal seme, potrebbero incontrare un grumo di terra troppo grosso che ne ostacolerebbe lo sviluppo.
di Paolo Pistis, tratto da www.valorealimentare.it
08/06/2015
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