I CENTRI STORICI: CAPURSO - 3^ parte
L’interno della chiesa a pianta basilicale con cappelle laterali, è arricchito dal ritmo serrato di pieni e di vuoti, creato dall’alternarsi dei pilastri e delle cappelle. La luminosissima navata è coperta da una volta a botte lunettata, mentre quella all’incrocio con il transetto è una cupola su pennacchi, con croce dorata dipinta in chiave, che dà imponenza e slancio all’interno. I due cappelloni, ricchi di dipinti che si aprono davanti all’altare maggiore, formano un ridottissimo transetto e sono dedicati all’Immacolata Concezione e a S. Pasquale Baylon quello di destra, alla Madonna degli Angeli e a S. Pietro di Alcantara, quello di sinistra. Le pale dipinte dai colori accesi sono del pittore Vincenzo Fato dell’ultimo trentennio del Settecento. Sulle pareti della navata sono distribuiti i quattordici dipinti ad olio raffiguranti le stazioni della Via Crucis in cornici di stucco dorate, opera di scuola napoletana del Settecento. L’altare maggiore, addossato alla parete di fondo, in marmi pregiati dai più vari colori – bianco, giallo oro, verde antico variegato – è su scalini con pilastrini e reca un paliotto contenente una scultura a tutto rilievo della Vergine col Bambino. Ben armonizzata con l’altare, a ridosso della parete, si innalza la monumentale cona della Madonna del Pozzo, racchiusa in un ovale, circoscritto da festoni e nuvole, retta da angeli in volo in altorilievo, opera ottocentesca, in pieno servival barocco, del napoletano R. Trinchese. L’affresco in questa contenuto, mostra una Madonna di stile bizantino rappresentata a mezzo busto col viso roseo,, un manto rosso sul capo, circondata da un’aureola raggiunta e recante con scettro. Nelle profonde arcate, gli altari laterali sono rivestiti di pregiati marmi policromi e impreziositi da stucchi e tele barocche.
Annesso alla chiesa, sul lato sinistro, sorge il fabbricato dell’ex convento, ora adibito ad asilo. Al prim’ordine, sull’ingresso vi è un balcone di pietra balaustrato con pilastrini angolari sorretti da sei mensoloni. Tre mensoloni identici sorreggono un altro balconcino con ringhiera in ferro, il loggiato di coronamento, eseguito su disegno di A Pesce. Interessanti sono due colonne frammentarie, arte locale del Cinquecento, scolpite a girali di fogliame con grappoli d’uva, frutti e mascheroni reggenti un arco dello stesso stile. Con l’apertura della strada che avrebbe condotto al Santuario, Capurso cominciò a espandersi anche al di là delle mura dove già sorgevano altri palazzi signorili di estrazione borghese come i Mizzi, Belizzi, Lattanzio, a cui se ne aggiunsero altri, soprattutto dopo la confisca dei beni monastici, siti proprio all’esterno. Nel 1820 fu definitivamente soppressa la cinta che venne man mano inglobata in abitazioni. Il paese si ampliò notevolmente tra fine Ottocento e inizi del Novecento con l’apporto degli emigrati ritornati in patria.
21/06/2015
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