L’occasione perduta, la possibilità svanita per un soffio: sono questi i temi centrali che ricorrono on chi fa del rimpianto una delle modalità principali di pensiero.
Difficoltà a lasciar andare il passato. “Il rimpianto frequente – e talora a tutto campo – può esprimere la difficoltà a staccarsi dal passato, ad archiviarlo e a vivere il presente in modo libero”.
Si ha la convinzione di avere un grande potere sulla vita, si pensa che tutto dipenda da se stessi e che con atteggiamenti diversi tutto sarebbe cambiato a proprio favore, ignorando così l’imprevedibilità dell’esistenza, l’irrazionalità di molti eventi, il coinvolgimento di altre persone con la loro volontà e le loro scelte…
Giustificazione per l’oggi. “molte più persone di quanto si creda utilizzano in modo quasi automatico il rimpianto per individuare degli alibi capaci di spiegare ciò che nel presente non va”.
Tali persone cercano nel passato la causa dell’infelicità, dell’incompletezza, dei fallimenti di oggi e lo fanno con una forza grazie alla quale arrivano a convincere sia se stessi che gli altri. Il rimpianto non è più così solo l’occasione perduta, ma una precisa lettura della realtà capace di giustificare tutto. In tal modo la persona “salva” la propria autostima, attribuendo alla sfortuna o a cause non dipendenti da sè il corso sbagliato degli eventi. Tutto ciò rivela un atteggiamento vittimistico che indirettamente dà alla realtà esterna la responsabilità di quanto accaduto, e lo fa in modo fazioso e non veritiero. Significative in tal senso sono frasi come “Se il mio ex non avesse incontrato un’altra, a quest’ora saremmo sposati”, “Se la ditta non avesse chiuso, a quest’ora sarei dirigente”: la persona scambia i normali eventi della vita per bivi eccessivamente carichi di senso e rivela così un assetto psicologico passivo e delegante.
25/06/2015
Importanza della comunicazione e linguaggio del corpo