I rimpianti più frequenti. “Quando la mente umana ha bisogno di appigliarsi a qualcosa per produrre un rimpianto, qualsiasi evento può risultare valido”.
Ci sono azioni non fatte e omissioni che compaiono con molta più frequenza nella vita di ognuno, e che sono capaci di diventare veri e propri pensieri ossessivi:
- Aver lasciato andare qualcuno che si amava;
- Aver deciso di non avere figli;
- Aver disprezzato o ignorato quello che si aveva;
- Non aver rischiato in amore o sul lavoro;
- Non aver studiato o non aver cambiato vita quando di poteva;
- Non aver detto “ti amo” o “ti voglio bene” a qualcuno che non c’è più;
- Aver buttato molti anni in una storia ormai finita;
- Non essere “andati a vedere” come stavano le cose;
- Aver viaggiato poco o niente;
- Aver rimandato troppo a lungo controlli medici per se stessi o per una persona cara.
Le conseguenze su se stessi. “Chi vive nel rimpianto non riesce quasi mai a essere al cento per cento nel presente”.
Perciò fa molta fatica a sentirsi felice, appagato e realizzato, e la sua stessa azione nella realtà è meno efficace. Tale legame con il passato lo porta da un lato a idealizzare ciò che non è stato e il “presente alternativo” che ne sarebbe derivato, dall’altro lo fa guardare al futuro come unica occasione di risarcimento. La frustrazione che deriva da tutto ciò favorisce atteggiamenti depressivi, sentimenti di invidia, cali energetici, invecchiamento precoce e tendenza al lamento.
Le conseguenze nelle relazioni. “La persona piena di rimpianti raramente li trattiene dentro di sè. Nella maggior parte dei casi li esprime con grande frequenza nelle conversazioni, cogliendo ogni occasione per agganciarsi all’argomento”.
Il tono lamentoso di chi “rimpiange” induce nell’interlocutore noia, disinteresse, irritazione. Trasmette l’immagine di una persona psicologicamente ferma, bloccata da presunte possibilità che oggi non hanno più senso. A volte il rimpianto può essere contagioso e trascinare anche l’interlocutore in un circolo vizioso che riporta continuamente l’argomentazione al tempo che poteva essere e che non è stato, in una sorta di compiacimento reciproco.
14/07/2015
Importanza della comunicazione e linguaggio del corpo