Equitalia: condonate le cartelle fino a 2.000 euro
Il 25 giugno 2015 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo del Ministero dell’Economia con le modalità con cui sarà eseguito l’annullamento delle cartelle Equitalia di importo massimo di 2 mila euro, previsto già dalla legge di Stabilità del 2013.
L’emendamento ha previsto la rottamazione automatica di qualsiasi tipologia di debito (tra cui, ad esempio, contributi previdenziali o tributi locali, ma unicamente relativamente alle cartelle iscritte a ruolo entro il 31 dicembre 1999.
L’obiettivo, quindi, è in buona sostanza quello di estinguere con un colpo di spugna tutti quei casi rimasti in sospeso da 15 anni, eliminando così buona parte delle cartelle esattoriali di modica cifra che non sono state pagate e che molto probabilmente non lo sarebbero state mai.
Insomma, più che altro una “pulizia” nei bilanci degli enti creditori quali Erario, Regioni, enti locali, soprattutto dei Comuni.
Il modesto importo delle cartelle riguarda, infatti, perlopiù le amministrazioni comunali che nel corso degli anni, dopo aver iscritto a ruolo tasse o multe automobilistiche, poi non le hanno mai riscosse trovandosi dei bilanci “falsati” dai crediti inesigibili.
Così, solo queste cartelle di importo inferiore o uguale a 2 mila euro (comprensivo di quota, interessi per ritardata iscrizione al ruolo e sanzioni), Equitalia cesserà l’attività di accertamento o riscossione a partire dal 30 giugno 2015, trasmettendo in via telematica o su supporto magnetico, l’elenco delle posizioni debitorie annullate agli Enti creditori.
Per stabilire se la propria cartella esattoriale verrà automaticamente annullata, non bisogna però solo verificare che il ruolo sia stato reso esecutivo entro il 1999; si deve anche controllare che questi crediti non siano stati oggetto di concordato, accordo di ristrutturazione dei debiti o transazione fiscale. In questi casi, infatti, non ci sarà nessun annullamento.
Inoltre, restano escluse dalla sanatoria anche le mini-cartelle relative alle risorse proprie dell’Ue come dazi, diritti agricoli o Iva all'importazione.
Buona fortuna.
Saverio Minervini.
17/08/2015
|