Il manifatturiero pugliese non vede ancora la ripresa
Bari, 22/09/2015 – Il manifatturiero pugliese non vede ancora la ripresa.
Nell’ultimo trimestre (aprile-giugno 2015), in Puglia, si sono «perse» 21 attività manifatturiere, rispetto al trimestre precedente. Pari ad una flessione dello 0,1 per cento. Ce n’erano 16.832, oggi sono 16.811. Rappresentano circa il 23 per cento della totalità delle imprese artigiane della Puglia (71.985).
E’ quanto emerge dalla quinta indagine congiunturale, condotta dal Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati Unioncamere-Infocamere.
In calo l’industria del legno: da 1.684 a 1.668 imprese, cioè 16 unità in meno, pari all’uno per cento. Il settore comprende imprese che svolgono attività molto diverse tra loro. Si tratta, in prevalenza, di produzioni di infissi o altri manufatti di falegnameria destinati all’edilizia a cui si affiancano altre lavorazioni che vanno dal taglio e la piallatura del legno, alla produzione di semilavorati sino alla fabbricazione di imballaggi.
Si sono perse, poi, 10 fabbriche di prodotti in metallo, pari ad un tasso negativo dell’0,3 per cento (da 2.937 a 2.927). Questo dato riguarda, prevalentemente, le unità che operano nella produzione di elementi da costruzione affiancate da lavorazioni di trattamento e rivestimento del metallo;
poco significativa la metallurgia.
Le imprese che si occupano di «confezioni di articoli di abbigliamento» sono 1.751, mentre prima erano 1.757; il saldo negativo è di 6 unità, pari allo 0,3 per cento.
Le fabbriche di mobili sono diminuite dell’1,1 per cento (da 621 a 614). In questo comparto sono comprese numerose attività che rappresentano quasi tutte le tipologie di mobili (soggiorno, letto, cucina, ufficio, materassi, eccetera), con una prevalenza per le poltrone e i divani.
Le fabbriche di articoli in pelle passano da 295 a 293. La variazione percentuale negativa maggiore si registra nella fabbricazione di computer: meno 1,8 per cento (da 165 a 162).
Quella positiva, invece, nell’industria delle bevande: +8,7 per cento (da 46 a 50). In termini assoluti, crescono di più le attività di riparazione ed installazione di macchine (da 921 a 934).
Nonostante l’avvio di processi di trasformazione orientati verso produzioni a valore aggiunto maggiore non si vedono ancora spiragli di ripresa per il manifatturiero.
«Il monitoraggio effettuato dal nostro Centro Studi – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – restituisce l’immagine di un manifatturiero ancora in fase di stallo, incapace di seguire la scia dei flebili segnali di ripresa che stanno interessando il Paese.
Al netto del comparto alimentare e di quello delle bevande, eccellenze regionali da sempre capaci di performance positive anche nei momenti di maggior difficoltà, le altre produzioni manifatturiere pugliesi risentono pesantemente della crisi della grande industria e di quella dell’edilizia, di cui costituiscono indotto.
A peggiorare la situazione, il quadro politico-economico internazionale che certo non costituisce un buon viatico per le esportazioni.
L’auspicio - conclude Sgherza - è che nell’ultima parte dell’anno la situazione possa finalmente sbloccarsi, magari proprio grazie ad una crescita dei consumi interni, con la conferma del trend positivo registrato durante l’estate».
23/09/2015
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