Non c’è pace tra gli ulivi
Non c’è pace tra gli ulivi
Abbiamo già trattato su questa rivista di una grave malattia batterica che si sta diffondendo negli oliveti della Puglia a partire dall’area salentina e di cui solo recentemente è stato individuato l’agente causale. Si tratta di un ceppo di Xylella fastidiosa, batterio xilofago capace di infettare oltre 150 specie vegetali e noto soprattutto perchè responsabile di temute malattie della vite (malattia di Pierce) e degli agrumi (variegatura infettiva) diffuse nelle due Americhe.
Per l’elevato rischio che l’introduzione di X. fastidiosa potrebbe comportare su varie colture dei Paesi europei, il batterio è un patogeno da quarantena e il suo ritrovamento in Puglia, primo caso in Europa, ha spinto le autorità fitosanitarie a draconiane misure di lotta obbligatoria che probabilmente non hanno precedenti nella storia della fitopatologia italiana. Il D.M. 2777 del 26/9/2014 infatti, ha disposto la creazione di un “cordone fitosanitario” e di una “zona cuscinetto” a nord dell’area infetta (che corrisponde all’intera provincia di Lecce) larghi almeno 2 km e lunghi oltre 35 km, dal mare Jonio all’Adriatico, nel tentativo di fare “terra bruciata” al batterio e al suo vettore.
Purtroppo, con l’avvio del monitoraggio sistematico in queste aree, la situazione è apparsa più grave di quanto si sperasse e la recente conferma di un focolaio oltre la “linea Maginot” (così qualcuno ha definito il lungo e probabilmente inutile cordone fitosanitario) ha fatto rivedere le già pesanti misure disposte nel tentativo di eradicare o contenere la malattia.
E così pochi giorni fa, su pressioni sempre più forti della Comunità europea, il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha approvato il “Piano per fronteggiare il rischio fitosanitario connesso alla diffusione della Xylella fastidiosa nel territorio della regione Puglia”, predisposto dal commissario straordinario per l’emergenza, Giuseppe Silletti, comandante regionale del Corpo forestale (pubblicato sul sito www.sit.puglia.it).
Il Piano, con una previsione di spesa di 13.610.000 euro, nella sostanza ricalca quanto previsto dal D.M. di lotta obbligatoria dello scorso settembre ma dilata drasticamente l’estensione delle aree di intervento (una “fascia di eradicazione” tra i due mari di oltre 1.000 km quadrati) e le misure di lotta obbligatoria che possono essere riassunte in 5 punti:
1. Eliminazione meccanica di tutte le piante ospiti (sono almeno una decina le specie censite) presenti lungo strade, fossi, canali, aree verdi, ecc. all’interno della zona cuscinetto e della fascia di eradicazione.
2. Controllo dell’insetto vettore Philaenus spumarius (la comune “sputacchina”) attraverso lavorazioni meccaniche, pirodiserbo o decespugliamento nella fascia di profilassi, nella zona cuscinetto, nella fascia di eradicazione e nei focolai.
3. Trattamento fitosanitario obbligatorio per il controllo dei vettori adulti mediante insetticidi ma esclusivamente negli oliveti e frutteti del genere Prunus. Le aree interessate sono quelle della zona di profilassi, della zona cuscinetto, della fascia di eradicazione e dei focolai.
4. Estirpazione delle piante infette. L’intervento interesserà le piante con infezione conclamata ma anche quelle che l’autorità di gestione dell’emergenza potrebbe ritenere probabilmente contagiate. L’intervento interesserà i focolai e la fascia di eradicazione.
5. Distruzione delle specie ospiti di Xylella fastidiosa all’interno dei vivai. Il Servizio fitosanitario pugliese ha stimato che nella sola provincia di Lecce sono attualmente coltivate circa 300.000 piante ospiti del batterio.
Al netto di assurde posizioni che nulla hanno a che fare con la scienza e la fitopatologia, l’emergenza fitosanitaria sta preoccupando sempre più non solo gli olivicoltori pugliesi, direttamente colpiti, ma anche gli operatori turistici, gli enti locali e, più in generale, i cittadini che stanno inesorabilmente assistendo alla triste trasformazione del tipico e tradizionale paesaggio agrario salentino. E tra questi serpeggia il dubbio che le nuove drastiche e costose misure di lotta obbligatoria aumentino i danni al paesaggio e finiscano per “eradicare l’olivo piuttosto che la sua malattia”.
Ma il rischio che la Xylella si diffonda è concreto e impone l’adozione di ogni misura necessaria in “scienza e coscienza”, per evitare che quello che sta succedendo nel Salento possa ripetersi nel resto dell’Italia e in Europa.
Vedremo nei prossimi mesi se il “Piano di emergenza”, oggi tanto discusso, darà i risultati sperati.
Di Arturo Caponero
Fonte: Terra e Vita
15/12/2015
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