Aumenta il credito al consumo concesso dalle banche. L’indebitamento dei pugliesi supera i 6,8 miliardi di euro
Bari, 19/12/2015 – Aumenta il credito al consumo concesso dalle banche e l’indebitamento dei pugliesi supera i 6,8 miliardi di euro. Per la precisione, sei miliardi 830 milioni. È quanto emerge dall’ultima elaborazione del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati Bankitalia.
Nel secondo trimestre di quest’anno i prestiti erogati sono aumentati di 96 milioni, pari all’1,4 per cento, rispetto al periodo precedente (a marzo l’importo erogato era di sei miliardi 734 milioni).
In dettaglio, lo stock dei finanziamenti in provincia di Bari ammonta a due miliardi 123 milioni. Seguono Lecce con un miliardo 393 milioni, Taranto con un miliardo 141 milioni, Foggia con 919 milioni, Brindisi con 733 milioni e Barletta-Andria-Trani con 520 milioni.
È del tutto evidente che la crisi e l’inflazione abbiano eroso il potere d’acquisto dei pugliesi che si sono indebitati sempre più, ricorrendo al credito al consumo. Molti contratti di finanziamento sono serviti per l’acquisto di telefonia mobile (come cellulari, smartphone e relativi abbonamenti), tablet, e-book, elettrodomestici «bianchi» o grandi (come frigoriferi, congelatori, lavatrici e lavastoviglie), elettrodomestici piccoli (come frullatori e friggitrici), elettrodomestici «bruni» ossia apparecchiature elettroniche (come televisori, videoregistratori, lettori dvd), personal computer ed accessori informatici, fotocamere e videocamere che compongono la galassia dei «technical consumer goods» (tgc).
Il credito al consumo viene utilizzato anche per l'acquisto di: mobili di arredamento, moto e auto. Non rientrano in questo genere di finanziamento i mutui ipotecari per l’acquisto di immobili ed i prestiti concessi per finalità professionali.
A partire dal 2002 il credito al consumo è costantemente cresciuto. Poi, nel 2009, ha «rallentato» a causa degli effetti della recessione globale. Da allora, il ritmo è altalenante: trimestri positivi si alternano a trimestri negativi.
«Il monitoraggio effettuato dal nostro Centro studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – conferma che le famiglie pugliesi riconoscono nel credito al consumo uno strumento dall'accesso immediato e semplice, utilizzandolo prevalentemente per l'acquisto di particolari tipologie di beni come quelli tecnologici.
Questo genere di strumenti di finanziamento, spesso connessi a forme di abbonamento e pagamento fortemente dilazionato – spiega il presidente – dà ai consumatori l’idea di “spendere meno” rispetto a quanto in realtà facciano.
Negli ultimi anni è radicalmente mutato il modo di spendere il denaro: ad una sempre maggiore disponibilità all'acquisto di prodotti tecnologici si è accompagnata una decrescita nella spesa per beni durevoli o comunque di importanza primaria.
Insomma – conclude Sgherza – è cambiato il paniere di riferimento degli italiani, che comprano sempre più tablet e telefonini anche a costo di ridurre i propri consumi alimentari o di risparmiare in vista dell'acquisto di un'abitazione».
Strumenti finanziari e modalità contrattuali
Gli strumenti finanziari per accedere al «credito al consumo» sono:
1. carte di credito
2. pagamenti posticipati o rateizzati
3. prestiti personali
4. cessione del quinto dello stipendio
5. consolidamento del debito
Quando si stipula un contratto, non sono necessarie garanzie reali (come il pegno sul bene acquistato) o personali (come fideiussioni). La dilazione di un pagamento viene concessa per incentivare l’acquisto, invogliando il consumatore a sostenere una spesa che altrimenti non farebbe. Viene solitamente applicato un tasso molto ridotto. La rèclame più nota è quella dei prestiti «a tasso zero». In questi casi, è possibile pensare il prestito come ad una forma di sconto, in quanto il venditore si accolla l’onere del finanziamento verso l’istituto che concede il credito.
Per valutare la reale convenienza, bisogna prendere in considerazione il Taeg che comprende tutti gli oneri a carico del consumatore, come le spese di istruttoria e di apertura della pratica; le spese di riscossione dei rimborsi e di incasso delle rate; le spese per le assicurazioni o garanzie, imposte dal creditore e dirette ad assicurargli il rimborso totale o parziale del credito in caso di morte, invalidità, infermità o disoccupazione del consumatore; l’eventuale costo dell’attività di mediazione svolta da terzi.
20/12/2015
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