Il termine “sarcasmo” deriva da un verbo greco che significa “lacerare le carni”. Ciò indica il grande potere di far male – sul piano psicologico – delle parole piene di sarcasmo. Soprattutto all’interno di relazioni significative. I tipi di sarcastici
“A ognuno di noi può scappare una frase sarcastica, ma ci sono alcuni che hanno una spiccata tendenza a farne uso, tanto che il sarcasmo diventa il loro sguardo sulla realtà e la loro cifra di riconoscimento”.
Tra questi si possono riconoscere cinque tipologie:
- Il superiore. Ha un innato complesso di superiorità, a prescindere da ciò che ha realizzato nella vita, che si traduce in un atteggiamento di “scontata saggezza” o di velato disprezzo verso l’altrui operato. Il suo sarcasmo è tutto diretto all’esterno. Su di sè rivolge invece una garbata e affettuosa autoironia.
- Il disilluso. È cronicamente amareggiato dall’esistenza e non crede più nella felicità, tanto che quando essa si presenta lui non la riconosce, non sa viverla o la impacchetta in un sarcasmo carico di sconfitta. Ha avuto qualche delusione, ma il suo sarcasmo maschera la paura di riprovare a mettersi in gioco e di soffrire.
- Il dipendente. È incastrato in una coppia in cui l’amore è stato vissuto male, con frustrazioni inespresse e umiliazioni non sfogate. Ora gli restano attaccamento e dipendenza dal partner, che però è rimasto identico a se stesso. Chiede l’impossibile amore di un tempo attraverso la critica sarcastica, ma ottiene indifferenza, che potenzia a sua volta il sarcasmo.
- Il maldestro. Ha un enorme bisogno di accettazione, di sentirsi unico e simpatico. Ciò lo porta a fare dell’ironia pesante, a forzarla fino a chiedere l’applauso ma in realtà dovrà chiedere scusa per aver ferito od offeso. È uno “spaccone psichico”, che non riesce a fare autoironia per paura di perdere valore.
- L’arrabbiato. È un misto di tutti gli altri quattro sarcastici. Neanche lui sa bene dove nasca l’arrabbiatura, benchè spesso sia riconducibile a un rapporto da sempre molto conflittuale con almeno un genitore. Alterna ironia pesante, disillusione, superiorità reattiva e frecciate gratuite, ma la sua solitudine non cambia.
10/02/2016
Importanza della comunicazione e linguaggio del corpo