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L’ENCICLOPEDICO GIUSEPPE SAVERIO POLI, NUMISMATICO DIMENTICATO - 3^ parte
L’ENCICLOPEDICO GIUSEPPE SAVERIO POLI, NUMISMATICO DIMENTICATO
3^ parte
Nel 1803 fu nominato comandato della Reale Accademia militare Nunziatella, ma il prestigioso incarico non lo distolse dal nuovo interesse culturale. Ben presto divenne così esperto da essere consultato perfino nelle più complesse controversie numismatiche. La sua raccolta divenne tanto vasta che occorse la collaborazione dell’erudito svedese Federico Schurer per ordinare gli esemplari antichi in tre classi; si formarono così serie nei vari metalli di monete greche, romane repubblicane ed imperiali. Vi era inoltre una cospicua raccolta di coniazioni italiane medievali e dei sovrani che avevano regnato nel Meridione e in Sicilia dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.).
Notevoli risultavano peraltro le serie monetali degli Aragonesi di Sicilia e dei discendenti dell’imperatore Carlo V. per ordinare questo pregevole materiale, si avvalse come consulente dell’abate Nicolantonio Gangemi, già canonico della cattedrale di Oppido, che redasse altresì un accurato catalogo cronologico. Un’altra branca della numismatica che lo attrasse fu la medaglistica, di cui riunì una selezionata raccolta. Erano pressochè complete le serie dei Romani Pontefici e dei medaglioni della Russia dell’epoca di Pietro il Grande (1689-1725); da segnalare inoltre le medaglie dei Napoleonidi nel periodo del loro fulgore. A Napoli ebbe per amici eruditi quali l’arcivescovo di Taranto mons. Giuseppe Capecelatro, il magistrato Salvatore Fusco e il medico Domenico Cotugno; cultori di monete antiche, frequentavano quotidianamente la sua casa, che divenne così sede di un cenacolo numismatico.
Poli ispirò e propugnò il rinnovamento scientifico nel Regno di Napoli attuatosi durante il Decennio Francese. Trasferitosi in quel periodo nuovamente a Palermo al seguito della corte borbonica, rientrò nella capitale dopo la definitiva Restaurazione. Socio dal 1816 del Reale Istituto d’Incoraggiamento, ne fu presidente dal 1819 al 1820 e indi Presidente Perpetuo. Intendeva lasciare la sua vasta raccolta numismatica e la ricca biblioteca alla città natia, per pubblica utilità, ma in seguito decise di nominare erede l’ex discepolo Francesco di Borbone, sovrano dal 4 gennaio 1825, che accettò.
In favore di Molfetta si attivò al fine di ottenere finanziamenti per la realizzazione del nuovo porto. Nel 1796 intervenne presso Gallarati-Scotti, feudatari di Molfetta, per affrancare la città da questo servaggio; l’accordo svanì per il deciso e lungimirante intervento (nel 1806 Giuseppe Bonaparte abolì la feudalità) dell’arciprete Giovene. Scomparve a Napoli il 7 aprile 1825. Dopo i solenni funerali di Stato fu sepolto nella chiesa di San Giuseppe degli Ignudi; la sua tomba è andata distrutta in seguito al sisma del 1980. Il suo medagliere era dapprima destinato al Museo Poliano, ma si preferì non associarlo ai reperti di storia naturale e fu pertanto avviato al Reale Museo Borbonico. Purtroppo, in un contesto così ampio e prestigioso, venne unito ad altre raccolte e perdette completamente la sua identità. “Il pregio sol, di cui mi glorio e vanto, è di aver l’alma onesta e il cor sincero…”; questi versi, di sua composizione, rivelano nobiltà d’animo ed una modestia pari alla vasta e profonda cultura.
14/03/2016
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''Storia, numismatica e tanto altro'' a cura del dott. Corrado Minervini |
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