“Chi riceve frasi sarcastiche quasi mai può restare del tutto indifferente, se quella relazione per lui ha almeno un po’ di significato”.
Se è ipersensibile, e di solito si sente attaccato da una critica ben fatta, la reazione di chi è colpito dal sarcasmo è sproporzionata e può sfociare in due atteggiamenti: uno scatto veemente che cerca di far valere le sue ragioni, di spiegarle, di difenderle; oppure una nettissima chiusura in se stesso, segnale di profonda offesa od orgoglio ferito. Lo stesso discorso vale per chi, pur non essendo ipersensibile alle critiche, è in quel momento nervoso, irritabile, e ha dunque una soglia di sopportazione più bassa rispetto al solito. Se invece la persona ha un’autostima valida e stabile, riesce spesso a non reagire “sopra le righe”, ma prova comunque notevole fastidio per l’atmosfera cinica o polemica che il sarcasmo porta nella relazione. È un fastidio che, se troppo frequente, può smorzare gli entusiasmi più accesi… particolare irritazione produce l’atteggiamento di chi, attraverso il sarcasmo vuole spronare, stimolare verso un obiettivo o una reazione. Tipico è il caso del genitore che pungola – pensando di incoraggiarlo – il figlio per farlo uscire da una crisi di studio o sentimentale; oppure del superiore che critica il subalterno per ottenere un maggior rendimento. In molti di questi casi il sarcasmo ha il potere di togliere energia e voglia di fare a chi lo subisce. Ciò vale ovviamente anche quando lo si rivolge a se stessi.
25/03/2016
Importanza della comunicazione e linguaggio del corpo