Caos Turchia, i rischi per le esportazioni manifatturiere pugliesi
Caos Turchia, i rischi per le esportazioni manifatturiere pugliesi
Le aziende pugliesi esportano in Turchia beni manifatturieri per un valore di ben 403,6 milioni di euro. È quanto emerge da un’elaborazione del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia.
In particolare, le aziende della provincia di Bari esportano prodotti manifatturieri del valore di 157,6 milioni di euro, pari al 39 per cento del totale dell’export pugliese in Turchia. Seguono le province di Taranto, con 151,3 milioni, pari al 37,5 per cento del dato complessivo, Lecce con 37,5 milioni (9,3 per cento); Brindisi con 32,7 milioni (8,1 per cento); Foggia con 21,2 milioni (5,3 per cento). Chiude la provincia di Barletta-Andria-Trani con 3,3 milioni (0,8 per cento).
«Purtroppo il mondo è in fibrillazione ed a farne le spese, dal punto di vista prettamente economico, sono anche le imprese pugliesi, specie quelle del manifatturiero, già profondamente in crisi». – Così Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia.
«L’elaborazione del nostro centro studi regionale mette in risalto, con l’evidenza dei numeri, l’entità dei nostri rapporti commerciali con la Turchia. Va considerato che quanto sta accadendo negli ultimi giorni si somma alle conseguenze delle sanzioni europee nei confronti della Russia ed alla stessa “Brexit”: nel giro di pochi mesi abbiamo visto traballare tre mercati di forte interesse per le nostre produzioni regionali.
Bisogna che l’Unione Europea intervenga in maniera decisa perlomeno in riferimento alle situazioni immediatamente risolvibili. Il recente rinnovo per ulteriori sei mesi delle restrizioni commerciali nei confronti della Russia non è certo un segnale incoraggiante, visto che il Paese più penalizzato è proprio l’Italia.
L’Unione – conclude Sgherza – deve assolutamente tornare ad interpretare al meglio il proprio ruolo di soggetto di pacificazione dell’area mediterranea: solo così si potrà impedire che certe situazioni di squilibrio si evolvano in maniera ben più grave».
10/09/2016
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