Alterare o falsificare la verità in modo consapevole e determinato. La menzogna o la bugia è uno degli elementi che con maggiore frequenza alterano la comunicazione e di conseguenza le relazioni, e pare essere un aspetto irriducibile della realtà umana.
Le parole del mentire. “Riguardo la sua sincerità metto la mano sul fuoco”, “Bisogna essere ciechi per non capire che ti sta prendendo in giro”, “Sì, ho mentito, ma non puoi condannarmi per sempre”, “Ti ho scoperto, le bugie hanno le gambe corte”, “Non potrai avere una doppia vita per sempre: prima o poi verrà fuori”, “Se menti su questo, menti su tutto”.
La menzogna può nascondersi dietro mille atteggiamenti diversi e spesso dunque non è subito riconoscibile. Alcuni segni che possono tradirla sono: un’esitazione nella voce, un tono insicuro e il non guardare dritto negli occhi l’altro durante una risposta. A volte la persona che mente manifesta uno stato di agitazione psicomotoria o di semplice tensione muscolare che, vivendogli accanto, si può percepire abbastanza facilmente. Non è raro sorprenderla in stato di soprappensiero così come a prendere il filo del discorso e fare significativi lapsus (per esempio, sbagliare nome di persona).
Dire una bugia non può essere giudicato sempre in modo negativo – come invece un diffuso moralismo tende a fare – ma va di volta in volta compreso in relazione al momento e al contesto in cui si verifica. Inoltre, va considerato il fatto che non di rado le persone mentono senza saperlo, raccontando agli altri una falsa verità che credono intimamente vera. Per esempio alla domanda del partner “Sei felice?” si può rispondere “Sì”, anche se in fondo non è vero, perchè si crede di esserlo, perchè si crede di esserlo, perchè non si riconoscono le proprie emozioni e si negano le proprie contrarietà. Tale modo di mentire, involontariamente e in buona fede, è ben più diffuso di quanto non si creda ed è uno dei principali motivi di inclinazione di un rapporto.
06/10/2016
Importanza della comunicazione e linguaggio del corpo