L’agroalimentare non cede alla recessione
L’agroalimentare non cede alla recessione
L’agroalimentare non cede alla recessione. Il numero delle imprese dell’artigianato alimentare rimane pressochè invariato e, in occasione delle festività natalizie, è più che probabile un ulteriore aumento dei volumi di fatturato.
In Puglia, il settore dell’artigianato alimentare conta 6.416 imprese tra pasticcerie, panifici, pastifici, distillerie, laboratori per la lavorazione di prodotti lattiero-caseari, carni, frutta, ortaggi, pesce, oli, grassi vegetali ed animali. E’ quanto emerge da un’indagine del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia.
In particolare, il comparto più consistente è quello che raggruppa pasticcerie, panifici e gelaterie con 3.143 imprese, pari al 49 per cento del totale. Seguono i locali che vendono cibi da asporto. Ce ne sono 2.199. Rappresentano il 34,3 per cento del dato complessivo.
Le ditte che lavorano prodotti lattiero-caseari sono 373, cioè il 5,8 per cento del totale. I pastifici sono 303 e rappresentano il 4,7 per cento.
Le aziende che producono oli, grassi vegetali e animali sono 85, mentre quelle che fanno tè, caffè, cacao, condimenti e spezie 56.
Sono 54 le distillerie e le birrerie, 44 le imprese che trasformano le granaglie, 56 quelle che lavorano frutta, ortaggi e pesce. In 19 quelle che si occupano della prima fase di macellazione delle carni. Ci sono, poi, altri 84 produttori alimentari.
Cene e pranzi natalizi, dunque, saranno ancora all’insegna dei prodotti made in Puglia.
«I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – spiega Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – confermano quanto il settore agroalimentare pugliese sia stato in grado, pur in un periodo di intensa difficoltà economica, di resistere meglio di altri comparti alla crisi ed alla stagnazione dei consumi interni.
Il periodo natalizio, in particolare, rappresenta per i pugliesi un appuntamento irrinunciabile con le nostre eccellenze culinarie. Prova ne sia che per l’acquisto di generi alimentari i nostri concittadini spendono più della media delle altre regioni, sintomo di un modello di acquisto basato anche sull’attenzione a quello che si compra.
D’altro canto – continua Sgherza – il nostro territorio vanta numerose produzioni alimentari di livello elevatissimo per storicità e qualità. A mio avviso, però, il vero patrimonio sono i tantissimi artigiani e piccoli imprenditori di cui la Puglia è costellata e che tengono vivo questo tesoro, impegnandosi a preservarlo, migliorarlo e, in molti casi, innovarlo, facendolo conoscere anche al di là dei confini regionali.
Come Confartigianato siamo impegnati nella tutela di questo patrimonio umano, culturale e di impresa, difendendolo da contraffazioni, frodi e violazioni di legge: pericoli che in prossimità delle feste crescono esponenzialmente.
Lo facciamo prima di tutto aiutando le imprese pugliesi con tutte le regole e disposizioni, come quelle sull’etichettatura, che, pur complicando un po’ la vita quotidiana di chi produce, sono in grado di qualificare ulteriormente l’eccellenza del loro lavoro».
La Puglia conta 276 prodotti agroalimentari tradizionali, pari al 5,5 per cento del totale nazionale (5.047), caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo.
Al 30 settembre 2016, l’artigianato alimentare italiano conta 90.055 imprese e diminuisce (-0,8 per cento) meno dell’artigianato totale (-1,2 per cento); in crescita i birrifici artigianali che salgono del 6,5 per cento, i produttori di cacao e cioccolato, in aumento del 3,1 per cento e le imprese della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi e pesce in aumento dell’1,1 per cento. Nel lungo periodo (2012-2017) l’artigianato alimentare mostra una tenuta (+0,1 per cento) rispetto al forte calo (-8,0 per cento) del totale artigianato.
31/01/2018
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