La qualità dell’olio non è definita in base al suo colore ma in seguito all’analisi di numerosi parametri, di cui uno è il colore. Un olio di qualità può avere colori differenti che variano dal giallo paglierino al verde intenso. Un altro parametro decisivo per la determinazione della qualità è il sapore: dal fruttato al dolce con sapore di mandorla, al dolce con sapore di foglia, all’intenso con sensazione di amaro e piccante attraverso numerose sfumature intermedie. Esistono delle categorie merceologiche che dividono gli oli destinati al consumo alimentare in base al grado di acidità posseduta.
Gli oli vergini sono ottenuti esclusivamente attraverso processi meccanici di frangitura, gramolazione, estrazione e centrifugazione. Tra questi si distinguono l’olio extravergine che rappresenta la migliore qualità d’olio in commercio e che non supera l’1% di acidità – cioè non contiene più di 1 gr di acido oleico per 100 gr di prodotto – e che non è raffinato; l’olio vergine di oliva con un valore massimo di acidità pari al 2% e l’olio corrente con un valore di acidità pari a 3,3%.
L’olio di oliva lampante è considerato un olio vergine ma scarsamente apprezzato sul mercato per il consumo alimentare per una acidità maggiore del 3,3%. In passato infatti era utilizzato come combustibile nelle lampade o per la fabbricazione dei saponi.
Esistono comunque altre qualità di olio d’oliva che derivano però dalla raffinazione e dalla miscelazione di differenti qualità di oli.