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1° app. con la rubrica ''Yoga e Benessere psicofisico'' curata da Marisa Cavalluzzi - ''Yoga: orientare dentro''

1° app. con la rubrica ''Yoga e Benessere psicofisico'' curata da Marisa Cavalluzzi - ''Yoga: orientare dentro''


Rubrica a cura dell’Ass. Yogasatyam
Viale Pio XI, 48/45 Molfetta

Yoga: orientare dentro

Non è lavorando nel mondo che lo si renderà migliore;
è ogni uomo migliore che renderà migliore il mondo.
Madeleine Debrel


Il termine “orientare” ha almeno due significati: nella sua forma attiva implica un’azione d’aiuto svolta dall’esterno (orientare qualcuno); nella forma riflessiva implica la capacità del soggetto di orientare la sua esistenza.
In questo scritto sviluppiamo una riflessione sulle possibili risorse che il soggetto può mettere in campo per imparare ad orientare se stesso.
La funzione di accompagnamento dell’orientamento, dovrebbe secondo alcuni teorici, superare anche le frontiere della vita attiva e dispiegarsi alle fasi della non produttività. A tale proposito scrive V. A. Baldassarre che “vi è l’esigenza di coltivare nella società una nuova categoria umana, quella dei creativi culturali, capaci di coniugare in modo abile temi comunque affini quali l’ecologia, la solidarietà, lo sviluppo per-sonale, i valori femminili, il consumo responsabile, i percorsi spirituali ed interiori, il multiculturalismo, le medicine” .
L’orientamento dunque, può essere inteso come “un processo continuo, volto a sostenere la maturazione personale e la formazione dell’individuo a saper gestire con consapevolezza (capacità riflessiva), con autonomia (auto definizione di sè in ordine a decisioni e alle situazioni) e responsabilità (di sè verso gli altri) le proprie scelte” .
Si tratta di favorire l’acquisizione di metacompetenze che promuovano processi di scelta autonomi riguardanti la persona, la sua storia di vita, la sua identità. Interessanti, a tale proposito, sono gli studi condotti da Satyananda Saraswati recuperando e reinterpretando e commentando i testi classici dello yoga.
Lo yogi sostiene con forza l’importante ruolo svolto dalla consapevolezza nei processi di crescita personale. Essa è base sia per lavorare sul materiale inconscio sia per costruire una personalità armonica in cui il soggetto bilancia le dimensioni della riflessività (Ida), del pensiero creativo con quelle dell’azione e della linearità (Pingala).
Si tratta di sviluppare capacità riflessive, di imparare sia a guardarsi dentro (per cogliere ciò che siamo e non ciò che gli altri vogliono che siamo, di riconoscere attitu-dini, motivazioni, desideri che appartengono solo a noi), sia di avviare un percorso di conoscenza di sè che si muova lungo i sentieri del non condizionamento, della conoscenza ed espressione delle potenzialità inespresse perchè la piena espressione di sè ha bisogno di nutrirsi anche dell’altro da sè.
In modo diverso, ma congruente, la dilatazione dell’orizzonte esperienziale del soggetto in formazione postulata da Piero Bertolini si muove nella stessa direzione: nei processi di costruzione e ricostruzione dell’identità, l’esperienza in situazioni diverse (dimensione sociale), la spinta riflessiva (l’area del sè), possono aiutare il soggetto ad abbandonare le vecchie modalità e a costruirne nuove più confacenti ai processi di riflessione e cambiamento che le nuove esperienze hanno sollecitato.
Il processo di costruzione di sè è dunque un “costante intreccio tra ascolto e dialogo, ricerca e connessione di significati, diventa lo spazio di possibile relazione, della capacità di scambiare esperienze che è alla base di ogni attività di formazione: da strumento tecnico da utilizzare diventa modalità di comunicazione da sperimentare e alimentare costantemente” .
Orientare se stessi richiede una costante attenzione ai messaggi che ci giungono dal profondo, alla capacità di fermarsi ed ascoltare se stessi. Nel metodo yoga codificato da Satyananda quanto suddetto è fondamentale sia nell’educazione delle giovani generazioni sia nel percorso di ricerca personale attraverso lo yoga che l’adulto può intraprendere.
L’orientamento inteso come percorso formativo si pone obiettivi come la promozione di “capacità socio – relazionali, ossia quegli skills sociali (capacità di ascolto e dialogo, capacità relazionali, di orientare e gestire le emozioni...), nonchè quelle dimensioni che più ampiamente rimandano alla capacità di vivere in società (senso di responsabilità, capacità di stringere relazioni fiduciarie e cooperative, di valorizzare le differenze ...) sviluppando sentimenti di appartenenza lealtà, tensione verso il bene comune” . Esso non si esaurisce con la conquista delle abilità sopra descritte da parte del soggetto in formazione, ma si spinge a promuovere un coinvolgimento attivo dell’individuo che dovrebbe far proprio il processo decisionale.
L’orientatore non da risposte, ma offre strumenti e sostiene il soggetto nella ricerca autonoma di soluzioni senza guidarlo verso una meta (scegliere per lui).
Orientare dentro, come potenziamento della consapevolezza, e della presa di coscienza di sè, come percorso formativo che spinge il soggetto a conoscere se stesso e ri-conoscere i suoi bisogni, aspirazioni, potenzialità, nella dialettica io/altro. In tale prospettiva l’orientare potrebbe essere percorso che coniuga la dimensione narrativa (condivisione in gruppo), le tecniche dello yoga alla costruzione o ri-costruzione di un proprio progetto esistenziale .

Dott.ssa Maria Cavalluzzi
Presidente dell’Associazione Nazionale Yoga Educazione


14/11/2012
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