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2° app. con la rubrica ''Naturopatia e Iridologia'' a cura del dott. Natalino Petti: ''La malattia secondo la visione psicosomatica - parte 1''

2° app. con la rubrica ''Naturopatia e Iridologia'' a cura del dott. Natalino Petti: ''La malattia secondo la visione psicosomatica - parte 1''


LA MALATTIA SECONDO LA VISIONE PSICOSOMATICA
parte1



“Dio ha creato l’uomo con infinita bontà ha unito in lui forze innumerevoli incessantemente

all’opera per mantenere e preservare la meravigliosa casa che ospita la sua anima immortale –

Queste forze agiscono con ordine, in accordo ed armonia le une con le altre.

Ma se una debolezza psichica o una passione violenta disturbano tale armonia.

Queste forze iniziano ad agire le une contro le altre Quindi Dio inviano le malattie, benefici messaggeri che

annunciano l’avvicinarsi del pericolo

E spingono l’uomo a prepararsi per superarle

(Preghiera dei Medico Ebreo di Ràmbam)

Come si legge in questi versi, la malattia nella tradizione ebraica ha un’origine inequivocabilmente psicosomatica.
I saggi della Torà consigliano, a chi desidera conoscere il significato di una parola, di una lettera o di un fenomeno particolare, di andare a ricercare la situazione in cui tale lettera o parola fa per la prima volta la sua comparsa nel testo biblico. La prima volta in cui nel Pentateuco appare una persona che si ammala è nella Genesi (20/21): AVIMELEK, Re di Gerar, colpito dalla bellezza di Sara, la moglie d’Abramo, la fa rapire. Immediatamente sia lui che la sua corte si ammala di una malattia che colpisce gli organi genitali. Dio, quindi, in sogno spiega ad Avimelek il suo errore, gli dice di restituire ad Abramo la moglie affinchè il profeta preghi per lui, ed egli e la sua corte passano guarire. Avimelek seguì il consiglio avuto in sogno e fu prontamente guarito:

Da questa narrazione emergono evidenti due fattori:

- La malattia fisica è connessa ad una falla di tipo morale e colpisce spesso le zone connesse con l’infiltrazione
- La guarigione avviene quando viene compiuto il ‘Tikun”, che significa “rettificazione”,”riparazione”.


Ho introdotto questo piccolo cenno di tradizione ebraica perchè ritengo che possa farci capire come l’essere umano crea la malattia, e prendiamo come esempio una malattia della pelle.
La prima volta che si parla di psoriasi, è nel Pentateuco e nelle lunghe e complesse “Parashot Tazria e Mezorà ‘(levitico 13/15), che riguardano il trattamento di vari malati di “lebbra”, ma è stato accertato che con questo termine intendevano anche altre malattie della pelle, eczema o psoriasi, carcinomi, perdita dei capelli, o anche perdite o infezioni genitali, in questi testi veniva descritto come, durante i 40 anni di peregrinazione nel deserto, quando un ebreo contraeva una malattia della pelle si rivolgeva al Cohen, il sacerdote; e questi dopo l’esame della pelle lo dichiarava impuro o puro. Nel caso in cui il sacerdote ignorava indicazioni che gli suggerivano che il malato avesse infranto i codici morali e spirituali e questa fosse la causa della sua psora, lo dichiarava impuro e lo allontanava dall’accampamento per sette giorni; poi lo visitava ancora e se le sue condizioni gli indicavano che aveva fatto una seria opera di introspezione, lo riammetteva nell’accampamento, altrimenti gli prescriveva un altro periodo di isolamento; “Per tutto il tempo che la piaga sarà su di lui, sarà impuro. Vivrà da solo. La sua dimora sarà fuori dall’accampamento!” (levitico 13/46).
A parte il pericolo di contagio. egli doveva vivere solo anche perchè la malattia era un’occasione specialissima per avere un dialogo diretto con Dio e di guardare dentro se stessi; perchè questo tipo di malattia più di ogni altra era ritenuta di tipo spirituale.
La triplice essenza dell’uomo è evidente in queste frasi, ma non solo in esse; nella formula della Relatività di Einstein su cui si basa tutta la scienza moderna. solo la massa, è del mondo fisico materiale, il resto è energia non materialmente visibile o toccabile con mano. L’acqua che ci compone per altissima percentuale può essere solida. liquida e gassosa a diverse temperature.
Questo ci fa capire che tutto ciò che ci circonda è la manifestazione differente di un tutt’uno indifferenziato e se anche la teoria di Lavoisierre “Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma” è un cardine della scienza moderna, dobbiamo pensare che anche un tumore o qualsiasi altra malattia è una manifestazione solida di un’energia perversa, o per meglio dire nefasta che, con il passare del tempo, si è insediata come malattia, per indicarci l’esistenza di blocchi prima che energetici e psicologici, spirituali.
“Dio fece l’uomo a sua immagine e somiglianza”, bene se tutto ciò che è scritto è da prendere alla lettera, anche l’uomo è uno e trino, questo cosa significa? Forse che l’uomo è un essere tridimensionale? Sicuramente può significare che l’essenza dell’uomo è tridimensionale, l’uomo ha un corpo, una mente ed un’anima, ma se le due frasi avessero un significato metaforico? Potrebbero significare che il Padre (Sè) per mezzo dello Spirito Santo (Volontà creativa), crea il figlio (persona liberata) dalla madre (personalità consolidata dalla relazione con il super-lo); l’io subisce un processo di sublimazione per cui diviene il “Sè”, è fuso con il “Sè”, questo ammette comunque l’esistenza di un uomo tridimensionale composto da (sè superiore) anima, (io inferiore) mente, e corpo. Comunque esaminando le due frasi descritte, le interpretazioni potrebbero essere innumerevoli, ma tutte lasciano trapelare un messaggio sulla tridimensionalità dell’uomo.
La medicina fa fatica ad ammettere tutto ciò che non vede e per decenni ha limitato l’espansione della psicologia ed ancora adesso continua a creare difficoltà a tutte le ipotesi di lavoro che sostengono che dietro ad una malattia fisica c’è sempre una problematica psico-spirituale.
Tornando ad Einstein egli, con le sue geniali scoperte sulla costituzione della materia, ha rivoluzionato il concetto di dualità fra energia e materia stessa, riducendo tutto ad una realtà unica; questo ci fa capire che la materia si esprime a diverse vibrazioni, le più basse e materiali e le più sottili, più alte e spirituali; e il rapporto fra energie, psiche e corpo è molto più vivo di quanto si possa vedere ad occhio nudo.
Ora, se è vero che il nostro cervello funziona con neuroni e sinapsi elettriche e se, come la scienza afferma. il pensiero è attuato elettricamente dal nostro cervello, è plausibile che questo crei delle particolari tracce vibratorie corrispondenti ad un certo pensiero; si genera così, una modificazione dai punto di vista psichico che a sua volta genera una modificazione del nostro corpo, dato che esso funziona per impulsi nervosi. Cosi si spiega la relazione fra psiche e corpo; ma la relazione fra spirito e psiche?
Lo spirito ha un cammino da fare e spera che la mente lo assecondi nella sua maturazione spirituale, questo il più delle volte non accade, è proprio nella lotta per l’affermazione del “Sè” (anima) e dell’lo (mente, finto sè), che l’inconscio ci manda dei segnali simbolici che se non cogliamo in tempo si tramutano in stress psicofisico ed in malattia.
La Torà insegna “averà goreret averà, mitzvà goreret mitzvà”, che tradotto significa “una cattiva azione porta ad un’altra cattiva azione, una buona azione parta ad un’altra buona azione”, questo meccanismo spiegabile anche in termini neuro-fisiologici, è la ragione per cui è cosi difficile cambiare abitudini, e ciò dipende anche dalla fisiologia cerebrale, Il cervello è infatti composto da un network di 13 trilioni di interconnessioni tra bilioni di cellule nervose, ogni volta che pensiamo un pensiero creiamo un sentiero neurologico nel cervello; più lo pensiamo e lo ripensiamo e più il sentiero diventa profondo, più facilmente ci accadrà di pensare lo stesso pensiero e come una forza magnetica questo attrarrà a sè altri pensieri della stessa qualità vibratoria (Psichofeedback).
Dunque, la qualità dei pensieri è fondamentale per la nostra mente quanto la qualità del cibo che mangiamo per il nostro corpo.
Con questa esposizione io non voglio affermare che la medicina occidentale allopatica non valga niente, anzi, come tutte le cose esistenti ha la sua funzione, ma negare l’esistenza di una psiche e di un’anima è come affermare che un quadro di Van Gogh è composto da un chilo di colore spalmato su una tela e nient’altro.
Un medico deve considerare il proprio paziente come un essere umano e non come un
numero che gli permetterà di arricchirsi; è veramente squallido vedere corsie di ospedali
affollate di malati che ricevono le loro cure da flebo e punture, piuttosto che da medici. La persone malate intuiscono, anche se non c’è piena consapevolezza, che il motivo della loro sofferenza è più profondo di una semplice lesione organica e, quindi, cercano dal medico un aiuto che non sia esclusivamente sintomatico, qualora questo non avvenga si sentono ancora una volta abbandonati.


22/12/2012
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