2° app. con la rubrica ''I segreti della cromoterapia'': ''Una percezione soggettiva''
Una percezione soggettiva…
Pochi si chiedono come il colore venga percepito da coloro che vivono in altre parti del mondo, in altri paesi; si tende infatti a credere che, fatta eccezione per i daltonici, tutti gli esseri umani abbiano lo stesso modo di percepire il colore, ma non si può dire che sia proprio così. Le popolazioni dell’Europa occidentale, degli Stati Uniti e del Canada hanno un modo simile di percepire la vibrazione del colore e, tra i sette colori dell’arcobaleno, amano particolarmente il blu e il verde.
Se ci spostiamo nell’Africa Nera, la sensibilità al colore, e alle parole che vi si riferiscono, varia notevolmente rispetto all’Europa, per esempio non viene data nessuna importanza alla frontiera che separa la gamma dei rossi da quella dei bruni, dei gialli o dei verdi; mentre, in presenza di un determinato colore, è importante sapere se si tratta di una tinta secca o umida, morbida o ruvida, allegra o triste… È evidente come tali popoli diano maggiore importanza alla sensazione e all’emozione che un colore può suscitare, piuttosto che al colore in sè. Di conseguenza il loro gusto in fatto di tinte sarà diverso rispetto a quello europeo.
I giapponesi sono un caso interessante, che dimostra fino a quale punto il colore sia qualcosa che si definisce e si utilizza secondo la cultura. Per la sensibilità giapponese non ha molta importanza sapere se si ha a che fare con il rosso, il blu, il verde… è molto più importante sapere se si tratta di un colore opaco o brillante. Inoltre i colori preferiti da questo popolo sono il bianco (che ha una vasta gamma di sfumature con nomi diversi), il nero e il giallo.
Vi è una differenza di percezione del colore anche tra adulti e bambini. Infatti, questi ultimi non amano particolarmente i colori che gli adulti scelgono con maggiore frequenza (blu e verde). Il bambino in età prescolare preferisce i colori caldi, che rappresentano il colore dell’amore e dell’affetto, fondamentali per la sua crescita; sceglierà quindi i rossi, gli arancioni e i gialli, maggiormente legati alla materia, al radicamento, alle energie della terra, alla crescita fisica. Vi è una differenza di percezione del colore anche tra esseri umani di differenti epoche storiche.
Ci sono stati infatti periodi in cui l’essere umano, pur possedendo un occhio fisico strutturato esattamente come quello dell’uomo moderno, non percepiva tutti i colori che noi oggi siamo in grado di vedere: si è potuto dimostrare come, lungo l’evoluzione della specie, l’importanza della corteccia nella visione sia andata via via aumentando, con una progressiva specializzazione dei centri che elaborano gli stimoli visivi (i centri ottici del sistema nervoso).
Fonte: Riza.
28/01/2013
|